Trevico – Le reliquie di Sant’Euplio al centro del turismo religioso

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Trevico – La presenza nella locale cattedrale dell’Assunta delle reliquie del santo patrono è occasione per mettere Trevico al centro del flusso dei pellegrini sull’asse San Giovanni Rotondo – Montevergine. Sant’Euplio, oltre ad essere patrono del comune tetto dell’Irpinia è compatrono di Catania e la comune venerazione ha unito le comunità irpine e siciliane, che hanno avviato un forte scambio di ospitalità. Qualche giorno fa la delegazione composta da 35 persone è giunta a Trevico per pregare ai piedi di Sant’Euplio, le cui reliquie sono gelosamente custodite dal parroco della cattedrale, don Michele Cogliani. E lo scorso 29 aprile, nella 44esima giornata mondiale per le vocazioni, contemporaneamente a Catania e a Trevico è stato ricordato il compatrono: in terra di Sicilia la celebrazione è stata tenuta presso la chiesa di Sant’Agata la Vetere. L’attenzione verso il patrono è cresciuta dopo che la comunità scientifica internazionale ha potuto confermare che le reliquie conservate nella cattedrale di Trevico sono appartenute al giovane santo, morto martire a Catania il 12 agosto del 304. La questione è stata al centro del convegno internazionale, che si è svolto a Trevico nei giorni 11 e 12 agosto 2005 e che ha definitivamente avviato un modo nuovo di vivere la religiosità, perché il senso di venerazione, molto avvertito in Baronia, è stato trasferito alle altre comunità, che si sono messe in movimento per organizzare i pellegrinaggi ai piedi del patrono. Decisiva è stata la relazione sviluppata da Francesco Mallegni, docente presso l’Università di Pisa e studioso di livello internazionale, il quale ha accertato la veridicità storica e scientifica della provenienza delle reliquie. La vita del diacono è avvolta nel mistero: si sa che nel 304 fu arrestato per mano di Calviniano, governatore di Catania, torturato ed infine decapitato per non aver voluto abiurare la fede cristiana. Gli ultimi momenti della sua vita sono contenuti in un documento, attraverso il quale emerge il suo profondo attaccamento alla legge del Signore. Dopo il martirio, le spoglie furono portate via da un gruppo di cristiani. Le reliquie sono segnalate a Catania nell’anno 975, mentre la presenza di alcune di esse a Trevico risalirebbe intorno agli anni 1038-1043. Il dato non deve sorprendere perché in quell’epoca il trasferimento delle reliquie era abbastanza comune. Un frammento riporta che Gregorio, nell’anno 591, fece distribuire le reliquie di alcuni santi un po’ dappertutto in Italia e da qui i numerosi luoghi di culto in varie zone. L’Italia dell’undicesimo secolo fu caratterizzata dal fiorire del culto, che si legò alla rinascita della città, la quale, proprio attraverso la rivendicazione delle reliquie dette inizio al processo di identificazione. Questa osmosi frenò dopo l’anno mille – la situazione politica si assestò – e la Baronia divenne terra di confine per l’avamposto bizantino. La diocesi di Trevico rappresentò l’elemento unificatore della Baronia, perché comprendeva tutti i comuni che tuttora ne fanno parte fatta eccezione per quello di Vallata. La presenza delle reliquie di sant’Euplio è testimoniata da alcuni documenti conservati nella biblioteca apostolica vaticana e datata certamente tra il 1608 e 1614. Oltre quella data non abbiamo altre tracce certe riguardo la sorte e la vita del martire. Don Michele Cogliani ha avviato una indagine storica, scientifica e religiosa, che è sfociata nella istituzione del centrostudi dedicato proprio al patrono, che potrebbe aiutare la sua città e l’Irpinia anche sotto l’aspetto del flusso turistico, tenuto conto che il turismo religioso è molto seguito, soprattutto nel mezzogiorno.

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