Torcia al plasma, c’è l’interessamento. Italplasma scrive a Foti

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Dai timori e i sentito dire del sindaco Paolo Foti, ad un reale interessamento per l’area di Pianodardine per l’utilizzo della torcia al plasma per smaltire l’amianto dell’ex Cementir, da parte della Italplasma. i vertici dell’azienda infatti hanno scritto al sindaco Foti per “precisare che la tecnologia al plasma, che rappresentiamo in Italia, curando lo sviluppo applicativo per conto della Westinghouse Plasma Corporations, è una tecnologia pulita e a basso impatto ambientale, ed è erroneo parlare in questo caso di “inceneritore”, in quanto la tecnologia al plasma, particolarmente indicata per la bonifica delle aree contaminate da sostanze nocive, quali l’amianto, utilizza, invece, un processo di gassificazione. La gassificazione ha un impatto ambientale molto inferiore alle discariche e agli inceneritori. Il trattamento al plasma, grazie all’altissima temperatura di processo, determina il dissolvimento dei legami molecolari escludendo il loro riaggregarsi sotto forma di specie inquinanti e nocive all’uomo, quali diossine e furani, come avviene, invece, negli inceneritori tradizionali. Questo sistema non produce scorie; anzi è efficacemente utilizzabile anche a valle di impianti di incenerimento, per la inertizzazione delle ceneri, sia volatili che pesanti. Eventuali residui bituminosi sono riconvogliati nel ciclo per essere definitivamente trattati. Si tratta di strutture, dunque, a basso impatto ambientale, con emissioni in atmosfera pressoché nulle: il camino di un impianto che utilizza torcia al plasma ha un’altezza non superiore a 20 metri; mentre quello di un inceneritore tradizionale è di circa 130 metri. Inoltre l’impianto massimizza l’energia prodotta: solo il 25 per cento viene impiegato per alimentare le torce e le attrezzature ausiliarie; il residuo 75 per cento viene invece immesso in rete. Mentre dalla gassificazione della parte organica si produce un syngas impiegabile nella produzione di energia elettrica, termica o biodiesel, quella inorganica si trasforma in una sorta di ossidiana, utilizzabile in edilizia come mattoni ad altissima resistenza o inerti per pavimentazioni stradali e conglomerati cementizi. Le soluzioni innovative proposte dall’Italplasma si avvalgono, oltre che dell’apporto del Dipartimento Plasma Research dell’ Università di Atlanta, diretto dal prof. Louis J. Circeo, responsabile della nostra attività di ricerca, anche della costante interlocuzione con importanti riferimenti scientifici quali la Seconda Università di Napoli, il CNR di Catania e il CNR di Sassari. Ci farebbe piacere se, prima di impedire fisicamente, come Lei ha dichiarato, la realizzazione dell’impianto, potesse confrontarsi con noi sulle caratteristiche di questa tecnologia”.

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