Tessile, Fiordellisi: “Piccoli segnali di recupero”

0
184

Persiste la crisi nel tessile, ma qualche spiraglio di luce comincia a farsi notare, soprattutto nel Polo del Denim. Un’azienda storica come la Amuco di Pianodardine (la American Uniform Company Spa) fallisce ( Fiordellisi : proprio mentre si tentava di portare avanti un interessante progetto di valorizzazione del proprio marchio, con gravissime colpe da parte della dirigenza aziendale). Lo spettro della Cassa Integrazione Straordinaria, che ha visto di recente colpite alcune realtà andrettesi, e che vede interessata anche la leader del distretto altirpino, produttrice di Denim Ring di pregiatissima tessitura, pare adesso fare i conti con qualche timido segnale di risalita. In quello che è considerato l’‘hardware’ di filiera (ossia la Cdi di Lettieri, impegnata nella trasformazione della materia prima in pezza finita) sarebbero infatti aumentati i movimenti degli ordini e si starebbe lavorando di più sia in tessitura che in filatura (l’azienda, da novembre scorso, ha visto rallentare notevolmente l’attività produttiva anche nella tessitura. La mancanza di commesse, vista la presenza nel mercato dei jeans di molta produzione a costi inferiori, aveva portato nel reparto in questione ad una riduzione del lavoro di oltre il 50 per cento, mentre in quello filatura dell’80 per cento. Di qui il nuovo ricorso all’ammortizzatore sociale lo scorso 5 giugno per 256 dipendenti per la durata di 24 mesi, con ammodernamento e riorganizzazione delle linee produttive). Ma non basta ancora per parlare di ripresa. Il vero punto della situazione sarà fatto in autunno, al passo con il naturale decorso dei cicli produttivi. E intanto, per il rilancio, continua la battaglia della Filtea, perseguita anche a livello nazionale ed europeo, che vede nella tracciabilità del prodotto, nell’aggressione di fette di mercato alte e non di nicchia, e nella necessità di una formazione più fisica dei veri imprenditori, attraverso un incubatore d’impresa, il mix che fa la formula dell’appeal. “Lo stato di salute del distretto è ancora preoccupante – esordisce il segretario della Filtea, Franco Fiordellisi – ma si iniziano a registrare minimi flussi positivi. Tuttavia, per il rilancio della sana filiera del tessile, c’è bisogno di insistere sulla leva della tracciabilità. Per questa ragione, la segretaria generale nazionale della Filtea, Valeria Fedeli, a Bruxelles ha più volte posto l’attenzione sulla necessità di una maggiore tutela del ‘made in Italy’”. Secondo Fiordellisi, molte sarebbero infatti le potenzialità inespresse. La crisi dei settori maturi in occidente potrebbe essere compensata con una politica industriale di elevato profilo. “Come organizzazione sindacale siamo convinti che il prodotto italiano sia avanti agli altri. Per questo portiamo avanti con zelo la battaglia della tracciabilità. E questo va sicuramente a vantaggio di realtà come la nostra, dove la filiera, espressa in ogni dettaglio, fa la vera differenza”. Il cambio di etichetta, per Fiordellisi, è poi un fenomeno fortissimo che continua a creare non pochi problemi alla filiera industriale. E, a prescindere da ciò, sicuramente la sua bella parte la fa una formazione imprenditoriale più attenta. “Nell’ultima riunione di lavoro – continua Fiordellisi – abbiamo verificato che il crono programma va avanti e che l’incubatore di impresa dove formare le pmi all’interno di un luogo fisico e dietro la guida di tutor esperti è davvero a buon punto. La necessità e la funzionalità dell’incubatore per la Filtea è di estrema importanza. Molti imprenditori del tessile, non sanno infatti essere tali, ma si riducono a vendere pezzi di prodotti che poi vengono portati avanti da altri”. Questo, dunque, impoverirebbe un concetto importante, quale quello proprio della realtà distrettuale, per la quale Fiordellisi ha più volte proposto una cabina di regia provinciale che sappia valorizzare l’azione dello sviluppo locale in contesti come l’internazionalizzazione, la ricerca, l’innovazione, la creatività, la moda e favorire le aggregazioni. E non solo per la valorizzazione del distretto di Calitri ma anche per quello di Solofra, abbracciando le dinamiche di sviluppo dell’intero sistema economico irpino. (di Antonietta Miceli)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here