Terremoto – La preoccupazione dopo la catastrofe: parla l’esperta

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La preoccupazione dopo la catastrofe: il rischio principale si chiama ‘angoscia catastrofica’. Parallelamente alla macchina dei soccorsi e volontari, in queste ore in Abruzzo si sta mobilitando una task force di psicologi che aiuteranno le popolazioni terremotate ad affrontare lo stress acuto. L’importante è la rapidità dell’intervento: non soltanto per chi ha subito traumi fisici ma anche per chi è già segnato da quelle ferite psicologiche, inevitabili di fronte ad un evento come un terremoto.
Mirella Galeota, responsabile dell’unità operativa di neuropsichiatria infantile presso l’Ospedale Moscati di Avellino e psichiatra già impegnata nella gestione dell’emergenza sisma in Irpinia, spiega come comportarsi durante e dopo la scossa, come trattare le proprie paure e quelle dei propri figli. “Nei giorni successivi alla catastrofe si crea uno stato di allerta continua – spiega la psichiatra – Per questo non si riesce più a dormire e a vivere una vita serena. È come se si attendesse l’arrivo di una nuova scossa da un momento all’altro”.

STRESS DA CALAMITA’ – Le reazioni psicologiche al sisma più frequenti sono paura, panico, ansia, fobie. “In queste situazioni – continua la Galeota – è fondamentale che i genitori non perdano il controllo. Che stiano calmi e abbiano la forza di rassicurare i più giovani. Perché un bambino se smarrisce il proprio punto di riferimento, perde la calma, la tranquillità. E questo può innescare anche altre patologie. Come ansia, paura, angoscia e reazioni somatiche. La paura e l’angoscia sono così, quando non si riescono a controllare sfogano verso l’esterno in qualsiasi modo. Un genitore deve evitare di sottovalutare le paure del proprio figlio, di mostrarsi debole, di respingerlo, di trasmettere le proprie ansie e angosce, di ridicolizzarlo perché teme il peggio. Deve invece mostrare di aver fiducia nel bambino per quello che è in grado di fare, deve essere un punto di riferimento, deve mostrarsi pronto ad ascoltarlo quando parla delle sue paure, deve spiegare che non ha nulla da temere”. Allo stesso modo è indispensabile non considerare gli adolescenti come adulti.
“In ogni caso – aggiunge la specialista – è importante agire tempestivamente. Servono equipe di psicologi, psichiatri che si rechino sul posto per offrire un sostegno psicologico alla gente. Per curare chi è stato colpito dalla reazione acuta da stress, ovvero da un attacco di panico, evitando che questa si trasformi in un disturbo post-traumatico da stress”.

DURANTE E DOPO IL SISMA – Sono quattro i consigli secondo l’esperta per contenere il panico durante la scossa: “Controllare le nostre reazioni emotive forti, come il panico e l’ansia. Razionalizzare i comportamenti che aiutano a salvaguardare l’incolumità di tutti. Evitare di mostrarsi spaventati (per i bimbi la paura è contagiosa). Contenere le paure dei bambini rassicurandoli”. Subito dopo è importante riacquistare il normale ritmo di vita. “Il desiderio – conclude – di sottrarsi alle comuni regole della convivenza sociale può dare luogo a comportamenti devianti”.

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