Terremoto, 37 anni dopo 1 palazzo su 2 non è a norma. Foti: “I privati utilizzino i bonus statali”

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Marco Imbimbo – Nel giorno dell’anniversario del terremoto dell’Ottanta, la città continua a interrogarsi su tutto il non fatto in questi 37 anni. Intanto gli ordini professionali, in più di un’occasione, hanno lanciato il loro grido d’allarme sull’edilizia in città: 1 palazzo su 2 non sarebbe a norma da un punto di vista antisismico. «Parliamo di patrimonio di edilizia privata il che significa dover fare una mega opera di sensibilizzazione sui privati perché possano intervenire», sottolinea il sindaco di Avellino Paolo Foti. «Si tratta di una vicenda complessa – prosegue – però se io mi trovassi a dover abitare in un fabbricato non antisismico, non ci penserei molto ad intervenire. È un problema molto serio per il quale si può approfittare di qualche strumento governativo come il bonus sisma per alleggerire la spesa in parte».

Le tracce del terremoto sono ancora presenti in città, basta guardare ai tanti buchi neri lungo Corso Vittorio Emanuele dove, la ricostruzione post sisma, si accompagna alle macerie di 37 anni fa. «Anche in questo caso parliamo di responsabilità dei privati – sottolinea Foti. Ci sono liti giudiziarie infinite che non hanno trovato componimento o esito con sentenze che diano un percorso per poter riprendere queste strutture. La cosa che mi impensierisce e mi fa restare perplesso è che i privati stanno correndo il rischio di perdere anche i finanziamenti pubblici per la ricostruzione. Per i buchi neri, come amministrazione, abbiamo fatto vari tentativi. L’assessore all’Urbanistica ha organizzato numerosi incontri, ma non si riesce a trovare una soluzione». Oltre all’edilizia privata, c’è anche il serio problema del patrimonio immobiliare scolastico sia comunale che provinciale, con il sindaco Foti che ha chiesto anche il supporto della Protezione Civile.

«Chiaramente si tratta di una consulenza – spiega – perché la Protezione Civile non può intervenire se non in caso di calamità. Ho avuto modo di confrontarmi per chiedere questa consulenza tecnica in risposta alla questione del deficit del patrimonio scolastico cittadino e provinciale. Il capo della Protezione Civile mi ha assicurato questo supporto che sarà preziosissimo. Nel frattempo spingerò per aprire un tavolo in Prefettura fra tutti gli attori della vicenda, in modo da sollecitare governo nazionale e regionale a trovare una soluzione in termini di finanziamento. Ottenuto questo – prosegue – la risposta più facile e immediata può essere quella dell’edilizia industrializzata perché si realizza in pochi mesi, il tutto prima che ricominci il nuovo anno scolastico».

Oltre alla vicenda del liceo “Mancini” la cui competenza è in capo alla Provincia, resta il caso della scuola media “Solimena”, con il Comune che attende risposte su un’eventuale chiusura. «Spero sempre che questo non accada – precisa – ma se dovesse capitare abbiamo già individuato delle soluzioni».