Avellino – Gli uomini della Digos di Avellino non hanno dubbi: il clan Cava aveva esteso i suoi tentacoli anche nel settore delle depositerie giudiziali dei veicoli sequestrati per violazione del codice della strada. Il clan tentava di condizionare le scelte e gli indirizzi gestionali di alcune società operanti nel settore. Le ditte coinvolte sono la “Ditta F.lli Pescatore”, la ditta “Pescatore Servizi alle Imprese” e la ditta “Carlo Conti”, tutte raggiunte dal provvedimento amministrativo cautelare di interdizione antimafia emanato dal Prefetto Blasco.
In particolare la Prefettura di Avellino ha rescisso il contratto con la società “Pescatore servizi alle imprese” che aveva vinto una gara di appalto a livello nazionale per l’attività di custode-acquirente che le consentiva di operare in via esclusiva al recupero e all’alienazione di tutti quei veicoli sequestrati dalle Forze dell’Ordine per violazioni al C.D.S. e che prevedevano, come sanzione accessoria, la confisca degli stessi.
Tra i nomi coinvolti anche quello di C. P., 34 anni pregiudicato e indagato per associazione di stampo camorristico nell’ambito delle indagini sul clan Cava. Proseguono gli accertamenti amministrativi da parte delle Forze dell’Ordine su tutte le depositerie site nel territorio della Provincia di Avellino al fine di verificare il possesso dei requisiti legali previsti per l’esercizio di tale delicata attività.
Tale operazione si inquadra nella costante strategia investigativa posta in essere dalla Questura di Avellino e volta a smantellare l’organizzazione camorristica dei Cava verificandone le infiltrazioni nella gestione di attività economiche.
Redazione Irpinia
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