Tentata estorsione al bar, cade l’accusa. Il Riesame scarcera Maietta e Prata

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La Decima Sezione del Tribunale del Riesame ha annullato l’ ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Domenico Mario Maietta 28 anni di Summonte e Francesco Prata di Monteforte Irpino che rispondevano di lesioni personali aggravate, minacce, tentata estorsione e danneggiamento. Entrambi gli indagati sono difesi dall’avvocato Alberico Galluccio, che aveva proposto ricorso al Tribunale della Liberta’ per l’annullamento della misura cautelare eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Avellino. Per i giudici del Riesame non sussiste il tentativo di estorsione contestato e l’ipotesi di reato è stata riqualificata in violenza privata, per cui è venuta meno l’esigenza cautelare della custodia in carcere. Non vi sono dunque esigenze cautelari che consentono l’applicazione della misura cautelare. Accolta la tesi difensiva che faceva riferimento ad una banale lite alla fine della serata Si attende ora il deposito delle motivazioni che hanno portato all’annullamento dell’ordinanza. I fatti sono stati ricostruiti sulla base delle stesse dichiarazioni del titolare del bar. Secondo l’ipotesi di reato provvisoriamente contestata dalla Procura , quella più grave di tentata estorsione, i due la notte del 10 giugno scorso all’interno del Bar “Verdarina” situato a Torrette di Mercogliano avrebbero brutalmente aggredito sia il titolare del locale che un suo dipendente. Quando la vittima ha cercato di resistere alle richieste dei due uomini, questi hanno reagito con violenza e minacce, gridando: “Allora non hai capito che ti uccido!” e aggredendo fisicamente il malcapitato. Il loro intento sembrava essere quello di costringere il gestore del bar a soddisfare le loro richieste, ottenendo così un vantaggio ingiusto a spese del proprietario. Per i giudici del Riesame però non c’è stata una tentata estorsione e quindi ora cambia la contestazione a loro carico. Sia Maietta che Prata sono tornati in libertà nel pomeriggio.