Teatro, Bilotta: “Gestione superficiale. Musicisti e direttori d’orchestra perderanno i loro compensi”

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Marco Imbimbo – Venerdì il consiglio comunale sarà chiamato a discutere sul teatro “Carlo Gesualdo” e quella liquidazione ormai giunta a compimento. Oggi la commissione Bilancio ha ascoltato il commissario liquidatore, Marco Chiauzzi, e dato il via libera ai documenti da lui preparati, tra cui il piano di estinzione dei debiti che vede una massa passiva superiore ai 700 mila euro, mentre circa 250 mila euro di istanze pervenute non sono state ammesse tra i debiti.

I prospetti sono passati con i voti favorevoli di Ida Grella, Lorenzo Tornatore e Francesco D’Argenio, mentre si sono astenuti il presidente Alberto Bilotta e Francesca Di Iorio. Lo stesso Bilotta, al termine dell’incontro, ha sottolineato come i documenti contabili confermino una gestione passata del teatro «superficiale e poco oculata». Inoltre, anche se il consiglio comunale dovesse dare il via libera al piano di estinzione dei debiti, «la massa passiva resta incerta – sottolinea Bilotta – perché ci sono ancora tanti debitori che non hanno fatto istanza e in futuro potrebbero fare ricorso».

I numeri, dicevamo, parlano di oltre 700 mila euro di debiti riconosciuti, mentre quasi 250 mila euro sono stati rigettati. Tra i primi, inoltre, ci sono anche istanze non riconosciute integralmente, quindi creditori che si sono visti depennare parte dei soldi che avanzano dal teatro per prestazioni offerte in passato. E poi ci sono i soldi che deve incamerare il Teatro, tra contributi comunali e regionali, ma anche a carico di privati, e  che ammontano a circa 1,7 milioni di euro, ancora da capire se tutti completamente esigibili. Una condizione, quella che emerge dalle carte di Chiauzzi, che fa pensare a una gestione passata confusa. A ciò si aggiunge  un ammanco di cassa di circa 115 mila euro ma «questa è una valutazione che spetta alla Corte dei Conti», sottolinea Bilotta.

Nel corso dell’incontro, il commissario liquidatore, ha anche spiegato le motivazioni che hanno portato a rigettare varie istanze pervenute, come spiega Bilotta: «Non c’era un reale arricchimento per l’ente o mancavano le carte a supporto oppure mancavano gli impegni di spesa. Una situazione gravissima». Tra l’altro, tra i creditori che si sono visti rigettare le istanze, ci sarebbero anche musicisti o direttori d’orchestra che in passato hanno collaborato con il Massimo cittadino.

Le motivazioni con cui sono state rigettate le istanze, potrebbero far sorgere qualche dubbio sulle modalità con cui sia stato gestito il teatro negli anni passati. «Lo abbiamo spiegato più volte, quando operi senza vincoli e regole diventa più facile la gestione – dichiara Bilotta. Prima non venivano fatti impegni di spesa e il tutto veniva gestito in maniera superficiale. Questo ti ha portato a una gestione non oculata e oggi ci troviamo nella situazione in cui, il musicista o il direttore d’orchestra, non prenderà mai il compenso pattuito perché non c’è stata una procedura oculata. Forse era una prassi consolidata nel tempo, sbagliata, e che oggi è emersa».

Al pari si potrebbe pensare il contrario, così come oggi vengono rigettate istanze di pagamento perché manchevoli di documentazioni a sostegno, in passato ci potrebbero essere stati dei pagamenti senza la necessaria documentazione a sostegno. «Questo è un altro discorso – spiega Bilotta. Oggi la liquidazione è stata redatta in base ai documenti in possesso, poi se vogliamo parlare della gestione passata sicuramente non è stata oculata».