In arrivo un’amara sorpresa per le tasche delle famiglie italiane. Si tratta della Tares (tassa rifiuti servizi), che dal prossimo anno sostituirà la Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e la TIA (tariffa di igiene ambientale) .
I dati arrivano da una proiezione fatta dal Servizio Politiche Territoriali della Uil che ha riguardato i capoluoghi di provincia. Tra gli aumenti percentuali più alti, rispetto al 2012 spiccano i dati di Monza e Pordenone con il 47,7% in più; seguono Pavia (46,5%); Avellino (46,4%); Savona (45,6%).
Mentre tra i capoluoghi di Regione l’aumento più alto si registra a Genova e Palermo (+ 33,3%); a Campobasso +33%; a Milano +27,3%; a Bolzano +18,1%; a Trieste +17%; a Venezia +6,2%; a Bologna +2,9%; a Trento +2%.
“Se con l’IMU la stangata è stata certa – commenta Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL – anche la “sorella minore” ovvero la Tassa/Tariffa rifiuti solidi urbani e la TARES dal 2013 non saranno da meno. Stando ai dati del nostro monitoraggio – spiega Loy – delle 89 città capoluogo di provincia, quest’anno, 39 hanno aumentato la tassa, 47 hanno confermato le tariffe dello scorso anno (in molti di questi c’erano già stati aumenti lo scorso anno), soltanto 3 città sono in controtendenza (Lucca – 7,5%; Treviso – 5,4%; Teramo – 4,8%)”.
Oramai – continua Loy – i dati ci indicano che, oggi, purtroppo il livello di tassazione locale (IMU, Addizionali IRPEF, Tariffa rifiuti) incide per il 30% (oltre 1.700 euro) sulla pressione fiscale complessiva e gli aumenti sopradescritti colpiscono principalmente i lavoratori dipendenti e pensionati. Tutto ciò fa sì, che anche e soprattutto a livello locale, si giochi la partita per un fisco più equo, che tenga conto di chi vive con redditi fissi. Per questa ragione, bisogna rettificare i decreti attuativi del federalismo fiscale”.
“Tornando ai dati – commenta Loy – a Matera l’aumento nel 2012, rispetto al 2011, della TARSU è stato del 39,5%; a Bari del 30%; a Milano del 20,1%; a Novara del 19,2%; a Firenze del 16,6%; ad Avellino del 15%; a Crotone del 14,9%; a Campobasso del 9%; a Mantova dell’8,5% e a Ravenna del 7,6%”.
Stando ai dati della ricerca effettuata dalla Uil, le famiglie avellinesi nel 2012 hanno speso per la Tarsu in media, 187 euro, ma con l’introduzione della Tares spenderanno 348 euro in valore assoluto, dunque circa 161,52 euro in più rispetto al 2012.
Redazione Irpinia
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