Solofra – Da ormai qualche mese, i Carabinieri della locale stazione avevano notato che, durante i posti di blocco lungo le principali vie della città, molti automobilisti, alla richiesta dei documenti del veicolo, esibivano tagliandi assicurativi contraffatti.
Tagliandi cartacei apparentemente genuini, compilati in modo corretto, ma che dalle consultazioni informatiche risultavano inesistenti: il veicolo insomma non aveva alcuna polizza in corso di validità e quindi non era assicurato con alcuna società.
Sui numerosi casi di autoveicoli rilevati in possesso di tagliandi assicurativi contraffatti, i militari di Solofra hanno attivato nei mesi scorsi delle indagini per accertare se dietro a quelle automobili sequestrate e a quegli automobilisti denunciati, vi era la mano di un falsario.
Le indagini sono durate alcuni mesi e, confrontando i vari tagliandi assicurativi sequestrati e interrogando gli automobilisti, nella giornata di ieri, i Carabinieri di Solofra sono riusciti a mettere le mani sul falsario.
L’uomo (34enne solofrano, ma nato a Montoro Superiore) era già pregiudicato e aveva messo su un vero e proprio laboratorio artigianale per la contraffazione dei tagliandi assicurativi. Infatti, presso la sua abitazione i militari della stazione di Solofra hanno trovato e sequestrato ben 450 tra contrassegni e certificati intestati a una nota società assicurativa, una macchina da scrivere elettronica con cui compilava quei modelli, oltre a fogli di consulenza automobilistica, ancora in bianco, per il trasferimento di proprietà di autoveicoli.
L’uomo è stato deferito in stato di libertà per i reati di falsità materiale commessa da privato e ricettazione. Dall’analisi del nastro d’inchiostro inserito nella macchina da scrivere usata dall’uomo, si potranno estrapolare gli ultimi numeri di targa digitati, così da poter risalire al maggior numero possibile di tagliandi contraffatti.
In più, da una prima ricostruzione dei fatti, pare che l’uomo vendesse quei falsi certificati assicurativi a un prezzo che si aggirava sui 150 euro e che godesse da tempo di una certa clientela, per così dire, “fissa”, persone che insomma riconoscevano in lui il proprio “consulente assicurativo”.