Suicida in carcere a Bellizzi, assolto il medico accusato di omicidio colposo

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Carcere

AVELLINO- Assolto perche’ il fatto non sussiste il Dirigente responsabile medico (all’epoca dei fatti in contestazione) del carcere di Bellizzi Irpino Carmine Urciuoli, difeso dall’avvocato Nicola D’Archi, finito sotto processo per omicidio colposo dopo il suicidio in carcere di Luigi Della Valle, 44 anni di Montoro, avvenuto il 18 luglio 2017. Secondo le accuse il medico non avrebbe valutato in modo adeguato il caso di Della Valle, tenendo conto delle sue patologie psichiatriche e del suo passato in cui ci sarebbero stati già tentativi di suicidio. In particolare le accuse si riferivano al fatto che per non aver predisposto ed adottato le cautele i protocolli necessari per garantire un efficace controllo delle condizioni di salute dei detenuti con problemi psichici e quindi, del Della Valle, per il quale era stata richiesta visita psichiatrica sin dal 17 maggio 2017, al fine di evitare che lo stesso – trattandosi di soggetto che aveva manifestato disagi psichici all’atto del suo ingresso nell’istituto penitenziario, in ragione delle sue condizioni psicofisiche, disagi peraltro reiterati anche nei giorni successivi e durante tutta la sua permanenza nell ‘istituto penitenziario – ponesse in essere atti lesivi alla sua in particolare – omettendo di predisporre idonee misure, atte a garantire adeguato monitoraggio da parte del personale sanitario e parasanitario, impiegato presso la struttura penitenziaria, delle condizioni di salute del Della Valle, atteso che quest ultimo, nonostante le condizioni di salute e le annotazioni sul diario clinico , non veniva visitato da nessun medico psichiatra durante tutta la sua permanenza nell’istituto penitenziario, in tal modo
non apprestando, in concreto, adeguate cure al detenuto. confacenti alle sue condizioni psicofisiche e, pertanto, non impedendo al Della Valle di togliersi la vita.

Il verdetto arrivato poco fa dopo una lunga camera di consiglio e al termine delle discussioni avviate a febbraio ha invece escluso che la negligenza e la mancata visita psichiatrica fosse ascrivibile al medico. Dall’istruttoria dibattimentale non è emerso un nesso tra il suicidio del detenuto e il rispetto del protocollo da parte del medico. Lo stesso pm della Procura di Avellino aveva concluso per l’ assoluzione del medico. Nelle discussioni finali sia la difesa, il penalista Nicola D’Archi che il responsabile civile, l’ASL di Avellino, rappresentata dall’avvocato Michele Propenso, hanno messo in evidenza come quella richiesta di visita psichiatrica non sia mai giunta al dirigente finito sotto processo, anche alla luce del protocollo che non richiedeva che venisse disposta direttamente dallo stesso l’inserimento della istanza. Anche sul profilo dell’urgenza, soprattutto dopo l’udienza che avrebbe determinato la scelta, e’ emerso dal racconto degli agenti penitenziari che accompagnarono il Della Valle, che dopo il rinvio breve della stessa, il detenuto si era rasserenato. Una tesi contestata duramente nella sua discussione dalla parte civile, la penalista Rosaria Vietri e nelle memorie della parte civile rappresentata dal penalista Matteo Fimiani. Ora si attendono le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro sessanta giorni.