Sturno, al via la mostra di pittura all’Abbazia di San Michele Arcangelo

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Dal 25 settembre all’8 novembre a Sturno, negli spazi espositivi della Sala Jovanna, posta nel complesso architettonico dell’Abbazia di San Michele Arcangelo, sarà ospitata la mostra “San Michele l’Arcangelo guerriero tra vecchi e nuovi demoni”, curata dal già dirigente scolastico Francesco Caloia e sostenuta dall’Amministrazione comunale. L’apertura della mostra sarà preceduta da un convegno di presentazione che si terra il 25 settembre alle ore 19 nella chiesa di San Michele Arcangelo in Sturno. La mostra è una Collettiva che intende porsi come atto iniziale di un ciclo di più ampio respiro, teso a rileggere le identità territoriale attraverso forme di contaminazione creativa; è un progetto espositivo che nasce dalla volontà di operare una riappropriazione di un patrimonio antico, fatto di simboli, miti e segni, affinché esso sia il fermento creativo per una nuova stagione di crescita artistico culturale. 2 Il tema proposto dal curatore agli artisti non va semplicisticamente interpretato come tentativo di operare una rilettura in chiave contemporanea di un’iconografia antica, si tratta, piuttosto, di un invito ad avviare una propria riflessione “estetica” sul complesso sistema di valori simbolici, culturali, spirituali insiti nella figura dell’Arcangelo Michele. Il culto micaelico è indubbiamente uno tra i tratti culturali più antichi e radicati nei territori appenninici, svolgendo da sempre il ruolo di un possente fattore unificante ed identitario, ed è proprio in questa dimensione “identitaria” che va colta l’idea forza della mostra, che sostanzialmente vuole essere un momento di riflessione sul rapporto tra luoghi e comunità. Un tema forte, questo, oggi sempre più dibattuto dal punto di vista storico-filosofico e antropologico. I luoghi, comunque li si voglia intendere, attivano indubbiamente, nelle comunità che a essi fanno capo, processi identitari, dinamiche relazionali, effetti sociali e anche economici: pertanto andrebbero investiti della massima attenzione in prospettiva sociale, culturale e civile. Dalle parole del curatore “da sempre la mia ricerca ha trovato linfa vitale nella rilettura, in chiave contemporanea, delle immagini e dei simboli di quelle che io chiamo le due anime meridiane, la cultura classica e la cultura cattolica, di cui è intriso tutto il mediterraneo e che nei territori del Mezzogiorno trova una sua originalissima connotazione. La ragione di questo mio progetto espositivo, che mi vede nella doppia veste di curatore e artista, nasce dalla mia visione sociale dell’arte, dalla mia riflessione sul ruolo degli artisti nella società contemporanea, dal tentativo, per me mai vano, di indicare una strada orientata verso una costruzione di un tessuto sociale, dove l’arte trovi il posto che ha sempre avuto nei momenti più alti della storia umana, vale a dire il ruolo di testimone e guida dei processi di crescita e di sviluppo. Ho voluto condividere questo progetto con gli artisti che il mio percorso di vita e di lavoro mi ha fatto incontrare, artisti che amano l’arte, che sono pronti a sacrificare qualcosa per essa, che credono che la propria azione creativa possa e debba tendere all’educazione artistica della collettività. L’obiettivo della mostra è anche quello di ampliare l’offerta culturale dei nostri territori, far lavorare artisti del territorio alla rielaborazione di forme arcaiche ma sempre cariche di valori simbolici di cui il la società contemporanea ha quanto mai bisogno; ho invitato gli artsti a trattare il tema secondo la propria visione e il proprio sentimento personale, anche operando sul confine fra figurazione e visione informale o “concreta “ per far prendere corpo al mistero del sacro, aprendo nuovi sguardi sulla realtà in un mondo di cose che non si escludono ma che si devono integrare”. 3 L’appello agli artisti fatto da Francesco Caloia è stato rivolto anche alla storica dell’arte, la prof.ssa Alessandra Aufiero, che ha immediatamente inteso e condiviso le ragioni culturali del curatore. “In questo progetto di Francesco Caloia ho trovato una riflessione sull’arte ed il suo ruolo, le ragioni estetiche non sono assunte come referenti uniche della riflessioni creativa ma come nucleo intorno al quale ricomporre dei paesaggi sociali, delle nuove comunità culturali. Il progetto dimostra come l’arte, inserendosi nel corpo vivo di una comunità, cioè nel suo nucleo identitario più forte e costante, può trovare nuove strade in grado di rigenerare l’artista ed il territorio. La produzione creativa diventa quel valore aggiunto che agisce come elemento qualificante e riqualificante di un luogo e di un tempo. Come la ritualità religiosa riattualizza il “tempo del sacro”, così la presenza artistica diviene una nuova epifania dello spirito che libera e manifesta le forze creatrici di una collettività”. Dunque come ancora affermano i due curatori “le ragioni profonde di questo progetto espositivo vanno ricercate proprio nel rapporto tra identità, luoghi e comunità, nella necessità di nuove forme di riappropriazione e sacralizzazione in senso civile degli spazi (materiali o immateriali) comuni, che faccia leggere la comunità come luogo dove si sperimenta la comprensione delle proprie e delle altrui identità ed espressioni. La ritualità che porta a risacralizzare un luogo della memoria è il gesto in cui si compie un patto tra generazioni, un passaggio di eredità che potrà esser accolta oppure no ma che porterà sempre con sé una propria liturgia civile. Tradizioni, folklore, festività, anche questi segni, che spesso più di quelli materiali sembrano segnare il tempo dell’uomo e delle comunità sono, ad ogni passaggio di tempo, sottoposti ad un’opera di riappropriazione. Il progetto che qui presentiamo, in fondo, risponde proprio a questa esigenza, ad un richiamo di riattualizzazione di un “segno” nella sua dimensione di significante culturale affinché riesca a compiere un atto di rilascio di nuova energia creativa”. Gli Artisti in mostra: Alessandro Norelli, Alessandro Papari, Anna Coluccino, Anselmo Di Paola, Dina Pascucci, Emidio Natalino De Rogatis, Ernesto Troisi, Luca Pugliese, Luciano Luciani, Luigi Prudente, Felice Storti, Francesco Caloia, Generoso Spagnuolo, Giuseppe Lucio Labriola DDTART, Mario Del Goleto, Flavio Grasso, Michele Prudente, Vincenzo Caputo.

  1. Evento: Mostra
    Titolo: San Michele, l’Arcangelo guerriero tra vecchi e nuovi demoni
    Luogo: Sturno, sala Jovanna, complesso architettonico dell’Abbazia di San Michele Arcangelo
    Date: 25 settembre 8 novembre 2020 – Sabato e domenica 10,00 – 12,00 o su appuntamento.
  2. Evento: apertura della mostra e convegno
    Luogo: Sturno, Chiesa di san Michele Arcangelo – Data 25 settembre, ore 19
    Interventi: Francesco Caloia, Alessandra Aufiero, Vito Di Leo (sindaco di Sturno), Mariafranca Siconolfi ( ass. Cultura comune di Sturno), S.E. Mons Pasquale Cascio (Arcivescovo Sant’Angelo, Conza, Nusco, Bisaccia),don Alberico Grella, dott. Franco Di Cecilia, Rosanna Repole (consigliere provinciale con delega alla cultura).
    Lettura poesie dedicate a San Michele : Anselmo Di Paola, Nicola Prebenna, Tancredi Di Cecilia.