Strage Bus, la difesa di Castellucci: “L’ad di Autostrade va assolto con formula piena”

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Renato Spiniello – “Assoluzione con formula piena per Giovanni Castellucci”. Questa la richiesta formulata al giudice monocratico Luigi Buono che sta giudicando sulla strage del bus precipitato nel 2013 da un viadotto dell’autostrada Napoli-Bari, causando 40 vittime.

Il difensore dell’ad di Autostrade, l’ex Guardasigilli all’epoca del Governo Monti Paola Severino, ha provato a smontare la tesi della Procura, che ha chiesto 10 anni di condanna per tutti gli imputati legati alla società concessionaria, responsabili – secondo i pm – di omissione nell’attività di manutenzione delle barriere che non hanno trattenuto il bus in corsa senza freni, facendolo precipitare giù dal viadotto.

La difesa, dal suo canto, non ritiene ci sia un nesso di causalità tra lo stato delle barriere e l’incidente. Come emerso nel corso del dibattimento, ha spiegato al giudice la legale di Castellucci, sono stati determinanti per l’incidente sia le gravissime condizioni in cui versava il bus che le scelte del titolare della ditta e la condotta imprevedibile del conducente. A quest’ultimo, deceduto nell’impatto, i viaggiatori avevano chiesto più volte di fermare il mezzo, come testimoniato nell’udienza del 7 dicembre 2016 da alcuni superstiti.

Sempre nel corso delle udienze, ha continuato l’avvocato, sono emerse in maniera inequivocabile le lacune nella manutenzione del bus, che presentava la valvola di sicurezza del sistema frenante a quattro vie manomessa, aveva percorso quasi un milione di chilometri e necessitava di interventi di riparazione importanti e costosi, stimati nella perizia consegnata alla Procura in 15-18mila euro. Lo stesso documento di revisione del mezzo, infine, era stato falsificato.

“Abbiamo portato all’attenzione del giudice prove solide e chiare sulla correttezza del comportamento dell’ing. Castellucci, nel suo ruolo di amministratore delegato della società – spiega in una nota diffusa alla stampa la stessa Severino – Non ci siamo limitati – prosegue – a sottolineare l’assenza di qualunque prova a suo carico, ma abbiamo documentato e provato tutte le scelte di organizzazione volte ad assicurare alle strutture tecniche la possibilità di decidere, con ampia autonomia, gli interventi di adeguamento delle barriere.

D’altra parte – continua la legale – non solo i consulenti tecnici di parte, ma lo stesso perito nominato dal Giudice, hanno perentoriamente affermato che le barriere presenti sul luogo dell’incidente erano tecnicamente idonee a contenere l’urto, se correttamente manutenute. Ciò, del resto, è confermato dalla circostanza che, fin dall’inizio delle indagini, le scelte del progettista dei lavori sono state considerate corrette.

Per effetto di quanto sopra – chiosa l’ex Ministro – viene chiaramente meno ogni addebito di condotta omissiva e ogni legame causale tra il comportamento dell’ing. Castellucci e il tragico evento. In conseguenza abbiamo chiesto, con convinzione, la sua assoluzione con la formula più ampia”. La sentenza di primo grado è attesa per venerdì 11 gennaio.