Avellino – Presentato questo pomeriggio, nella biblioteca provinciale del capoluogo, il volume “Storie e cronachette di idillio e di avventura” di Giovanni Pionati. Un’opera, quella dello scrittore avellinese, che ripercorre, tra momenti documentali ed altri più squisitamente intimi, un intero secolo, il 900, ed un’intera generazione, quella della guerra e dei cambiamenti, quella dell’avvento della modernità. Il tutto nella cornice dell’Irpinia, teatro nel corso dei secoli di stagioni splendenti come di tempi più bui. Il valore letterario di Pionati ed i commenti sul nuovo lavoro sono solo alcuni dei temi al centro dell’incontro culturale, che più volte ha fornito lo spunto per un confronto più ampio e proiettato nella quotidianità. A discuterne, in una sala particolarmente gremita, il professore Toni Iermano, il direttore de ‘Il Corriere dell’Irpinia’, Gianni Festa, il giornalista di Repubblica, Marco Lombardi e, nel ruolo di moderatore, il giornalista Luigi Basile. Immancabile la presenza di un brillante Giovanni Pionati che ha con molta attenzione ascoltato i pareri proposti sul suo volume. “Una vera e propria memoria storica di questa terra – è il commento di Toni Iermano, autore della prefazione all’opera letteraria – memoria narrata con gusto e stile asciutto, e con particolare attenzione al ‘decoro’ della nostra realtà di provincia”. E poi, proseguendo nel suo intervento: “Un ben dire che racconta un ben pensare, in un perenne intento dell’antico di dialogare alla ricerca del nuovo”. La preziosità della poetica del letterato avellinese nel suo insieme viene invece evidenziata da Marco Lombardi, il quale, ricordando della maturità stilistica di Pionati, emersa sorprendentemente fin dalle opere giovanili, esula dai confini territoriali per rimarcare il valore dello scrittore tout court. “Un gusto che ricorda quello Crociano – sottolinea Lombardi – in una pagina ricca di vita, che non necessita di enfasi o aggettivi per riempirsi. Una testimonianza della condizione umana che si sussegue nei tempi, ma sempre con garbo e toni antiretorici”. A Gianni Festa, infine, il compito di attualizzare il volume, partendo dall’esperienza di un secolo ormai alle spalle per arricchire i giorni nostri. “Una narrazione – afferma Festa – che vede nella guerra, nelle sue pagine storiche e segnanti, la linea di continuità, un filo conduttore che segna profondamente l’animo di chi scrive”. Il volume “Storie e cronachette di idillio e di avventura” emerge come un pezzo di storia di questa terra, delicato e melanconico, pulito ma vero, educato ma pregnante.
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