Stefano Rho, Giancarlo Giordano interroga il Governo

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Giancarlo Giordano
Giancarlo Giordano

Dopo la manifestazione che si è svolta nella mattina di sabato 6 febbraio in Piazza Dante a Bergamo, dove circa 400 studenti davanti alla Procura della Repubblica hanno espresso sostegno al professore Stefano Rho (licenziato per non avere segnalato all’atto del passaggio in ruolo di essere stato condannato a pagare 200 euro per avere fatto pipì in un cespuglio di Averara), il deputato irpino di SeL Giancarlo Giordano presenta una interrogazione scritta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca:

che dopo anni di precariato non ha potuto godersi il meritato arruolamento per intervenuto licenziamento avvenuto in data 11 gennaio 2016 su richiesta della Corte dei Conti perché, al momento del suo passaggio a ruolo, in sede di autocertificazione ha attestato: ”di non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l’applicazione di misure di sicurezza e di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi scritti del Casellario Giudiziario”;
in realtà in quel momento il Sig. Stefano Rho, questo è il nome dell’insegnante, era immemore dell’essere stato protagonista undici anni addietro di un episodio, oramai rimosso, che le era costato una condanna al pagamento di una multa di 200 euro elevatagli dal Giudice di Pace di Zogno (BG) per rispondere dell’accusa di “atti contrari alla decenza”;
ed invero, in una notta d’estate del 2005 il Sig. Stefano Rho ed un suo amico furono sorpresi da una pattuglia dei Carabinieri mentre, stante l’ora tarda e la chiusura di tutti gli esercizi pubblici e dei servizi igienici che incontrarono sul loro cammino, erano costretti ad orinare appartati dietro un cespuglio. A questo punto uno dei militari, per eccesso di zelo, dopo averli identificati, oltre ad elevare loro un verbale di multa li segnalò all’autorità giudiziaria;
un anno dopo, nel 2006, quando quell’episodio sembrava del tutto rimosso, il signor Stefano Rho ed il suo amico si ritrovarono davanti al Giudice di Pace per rispondere dell’accusa di “atti contrari alla decenza” con la condanna a pagare 200 euro di multa;
il 2 settembre 2013, cioè ben 7 anni dopo l’accadimento, quando la vicenda sembra definitivamente conclusa, il signor Stefano Rho firma per il Ministero dell’Interno un’autodichiarazione in cui attesta: ”di non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l’applicazione di misure di sicurezza e di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi scritti del Casellario Giudiziario”;
verso la fine del 2013 il Dirigente scolastico dell’Istituto presso il quale svolge come docente precario l’attività di insegnante, gli comunica che da un controllo effettuato risulta “destinatario di un decreto penale passato in giudicato” , quello della multa delle 200 euro, limitandosi a chiedere delle spiegazioni in merito e a seguito delle quali decide di sanzionare il professore con la “censura” quale provvedimento minimo in considerazione del fatto che «se anche il prof. Rho avesse correttamente dichiarato le condanne avute, le stesse non avrebbero inciso sui requisiti di accesso al pubblico impiego»;
l’incredibile vicenda non si ferma nemmeno a questo punto in quanto avverso al provvedimento del Dirigente scolastico la Corte dei Conti ravvede le autorità scolastiche che il professore in questione va licenziato, nonostante che il tipo di condanna inflittogli non prevede l’iscrizione al casellario giudiziario e non costituisce “motivo ostativo” all’assunzione nei ranghi del pubblico impiego;
a seguito di tale pronunciamento della Corte dei Conti per il professor Stefano Rho scatta “il procedimento di decadenza senza preavviso” con la conseguente perdita delle anzianità cumulate negli anni di insegnamento, la sua completa cancellazione dalle graduatorie provinciali di Bergamo ed il definitivo licenziamento a far data dall’11 gennaio 2016, cioè poco dopo essere stato definitivamente assunto dopo anni di insegnamento da precario;

si chiede si sapere:

quali iniziative urgenti intenda intraprendere, per quanto di sua competenza, al fine di ottenere l’annullamento del licenziamento del prof Stefano Rho con conseguente piena riammissione in ruolo nell’organico scolastico ed il ripristino di tutte le spettanze maturate negli anni di servizio lavorativo interessati.

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