“Verrò da te per vedere il tuo nome scritto sulla tomba nel cimitero di Avellino”.
“Non vedo l’ora di sapere che sei morta”.
“Ti starò col fiato sul collo in tutta la città e ti rovinerò la vita”
“La tua vita non vale nulla, ogni giorno che passa è un giorno in meno che vivrai”.
E dopo qualche ora: “Scusami cucciola, sei la cosa più importante della mia vita”.
E poi, ancora, pedinamenti, molestie, frasi oscene, ossessioni, insulti e, fin troppo spesso, violenza fisica.
Sono questi alcuni degli atteggiamenti tipici degli stalker, esseri umani colpiti da impulsi irresistibili che conducono inevitabilmente a toccare il fondo, a rovinare la propria vita e quella della persona “presa di mira”.
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è un momento importante per sensibilizzare la popolazione e smuovere le coscienze di una società spesso superficiale nei confronti del dramma della violenza contro le donne, anche qui ad Avellino, ma anche per capire i risvolti complessi di un fenomeno che, purtroppo, anche grazie all’uso sempre più distorto dei social network, non tende a diminuire.
Cerchiamo di capire quali possono essere i vari tipi di stalker:
“Il rifiutato” – L’atteggiamento è caratterizzato dalla rottura di una relazione affettiva, attraverso la messa in atto di molestie assillanti dopo che il partner ha espresso il desiderio di lasciarlo o ha tentato di farlo, e l’alternanza di comportamenti che oscillano tra la riconciliazione e la vendetta, spesso entrambi a seconda delle circostanze.
Il “risentito” – I comportamenti dello stalker “risentito” mirano a causare paura e apprensione nella vittima. Lo stalking emerge da un desiderio di rivalsa nei confronti di un individuo dal quale lo stalker ritiene di essere stato danneggiato. Le vittime sono per lo più colleghi, datori di lavoro e professionisti (spesso sanitari). Lo stalker risentito è fermamente intenzionato a perseguire un piano punitivo.
Il “cercatore di intimità” – Lo stalker “cercatore di intimità” indirizza i suoi sforzi nel tentativo di costruire una relazione con un partner idealizzato e persiste con le proprie comunicazioni e i propri approcci, incurante o indifferente alle risposte negative da parte della vittima.
Il “corteggiatore incompetente” – Lo stalker “corteggiatore incompetente” non riesce a entrare in sintonia con il partner desiderato, essendo incapace di avvicinare persone dell’altro sesso e di entrare in relazione con loro. L’incompetente di solito ha i tratti distintivi del “macho” mancato. Il forte bisogno di possesso e di conquista lo porta a considerare l’altro come un semplice oggetto ai cui sentimenti è del tutto insensibile.
“Il predatore” – Lo stalker “predatore” persegue i propri desideri di gratificazione sessuale e controllo tramite lo stalking, il cui scopo è sempre quello di avere un rapporto sessuale con la vittima. E per raggiungere il suo obiettivo può dedicare molto tempo alla pianificazione dei propri comportamenti. Il predatore prova soddisfazione e un senso di potere nell’osservarla di nascosto, nel pianificare l’agguato senza minacciare o lasciar trapelare in anticipo le proprie intenzioni.
Tanti sono stati gli episodi di stalking negli ultimi mesi in provincia di Avellino.
L’ultimo il 3 Ottobre, quando gli Agenti del Commissariato di Ariano Irpino hanno tratto in arresto (ai domiciliari) un pluripregiudicato 48enne, residente a Greci, perché responsabile di stalking nei confronti di una 36enne. L’uomo, completamente ossessionato dalla donna, l’aveva in più riprese importunata, molestandola con frasi oscene e minacciandola in caso non avesse acconsentito alle richieste amorose formulategli. A nulla però è servita l’adozione di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla “vittima”, in quanto il 48enne ha continuato ad importunare assiduamente la donna, addirittura nei pressi della sua abitazione al cospetto anche dei familiari. Da lì è scattato l’arresto.
Purtroppo si può “stalkerare” anche attraverso i social network: è il caso di un giovane finito nei guai il 22 agosto scorso quando gli agenti del Commissariato di Ariano Irpino hanno individuato attività persecutorie nei confronti di una ventenne. Nella circostanza è stato accertato che il giovane del luogo, celando per diversi mesi la sua vera identità, aveva inviato messaggi su facebook ai familiari della ragazza asserendo di essere “un vero amico” della figlia e di essere preoccupato per le sorti della stessa in quanto era solita frequentare pessime compagnie dove era di prassi l’uso di stupefacenti. Tutto questo per entrare sempre di più nella grazie dei genitori allo scopo di avvicinarsi alla ragazza senza destare alcun sospetto. L’ossessività nei confronti della ragazza è stata intercettata dalle Forze dell’Ordine che hanno denunciato il giovane arianese.
Ha patteggiato il 21 luglio, dinanzi al giudice del Tribunale di Benevento, un 36enne della Baronia che avrebbe ripetutamente perseguitato una farmacista, appostandosi in continuazione davanti all’attività della malcapitata, la quale in un’occasione sarebbe stata raggiunta da uno schiaffo al viso e dagli insulti, pronunciati ad alta voce, che lui le avrebbe rivolto dopo essere entrato all’interno della farmacia.
Il 17 giugno scorso a Calitri è stato eseguito un provvedimento di divieto di dimora per un 42enne del luogo. La moglie era costretta a sopportare un clima di sopraffazione e timore all’interno del suo nucleo familiare dove si consumavano condotte di minaccia e violenza.
Episodi in crescita, quindi, con le Forze dell’Ordine attivissime per cercare di frenare questi reati sempre più diffusi.
Vale la pena ricordare che la legge italiana (art. 612-bis c.p.p.) punisce «[…] chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita…».
Dunque qualsiasi comportamento reiterato (per poche settimane come per anni) che determina uno stato di paura, ansia o angoscia, tale da indurre un cambiamento nello stile di vita (ad esempio cambiare numero di telefono, percorso per recarsi al lavoro, amicizie, casa, città, professione…) può essere perseguibile.
La speranza è che la sensibilizzazione e l’attenzione per questo fenomeno negativo, dimostrate quest’oggi, siano profuse nel corso dell’intero anno per mettere fine alle tante ingiustizie sociali, sofferenze e diseguaglianze che le donne sono ancora costrette a subire.