Sponz Fest, Albanese: l’Apocalisse di Gaza ci rivela chi siamo come persone e Stati

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CALITRI- “Le sanzioni da parte degli Stati Uniti sono veramente pesanti, non sono pro forma, non è soltanto che non posso viaggiare. Ho una figlia americana, quella viene arrestata se va negli Stati Uniti. Così come mio marito. Siamo sotto minacce tutti i giorni. Ci fermiamo? No. E se non mi fermo io, non potete farlo nemmeno voi”. E’ il messaggio che Francesca Albanese, da mesi sottoposta alle sanzioni Usa per le sue Relazioni su Gaza ha voluto lanciare dalla Torre della Conoscenza (Torre di Nanno), lo spazio all’interno dello Sponz Fest 2025 di Calitri dedicato ai “Recinti di umanità”. Per la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati e autrice di “𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑜𝑟𝑚𝑒. 𝑆𝑡𝑜𝑟𝑖𝑒, 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒 𝑒 𝑓𝑒𝑟𝑖𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑃𝑎𝑙𝑒𝑠𝑡𝑖𝑛𝑎.” e’ un ritorno, visto che già nel 2018 era stata ospite dell’ evento. Il dibattito ha registrato il saluto del direttore artistico dello Sponz, Vinicio Capossela e gli interventi di 𝗗𝗼𝗻 𝗡𝗮𝗻𝗱𝗶𝗻𝗼 𝗖𝗮𝗽𝗼𝘃𝗶𝗹𝗹𝗮, parroco di Marghera da anni attivo nella campagna “Ponti e non muri” di Pax Christi, 𝗕𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗧𝘂𝘀𝘀𝗲𝘁, coautrice di “𝑆𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑐𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝐺𝑎𝑧𝑎”, 𝗘𝗻𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗖𝗮𝗹𝗮𝗺𝗮𝗶 e la giornalista 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗮 𝗙𝗼𝗿𝗻𝗮𝗿𝗶𝗼. Albanese ha chiuso il suo intervento proprio con una riflessione sul tema del dibattito, quello dei ‘recinti”. “I recinti. Non voglio il giardino. Non so neanche più che cosa voglio, so soltanto che è venuto il momento di abbattere le barriere, di abbatterli i recinti”. Nel suo intervento richiama il significato della parola “Apocalisse”: “Uso spesso la parola Apocalisse per descrivere quello che è successo a Gaza, quello che sta succedendo a Gaza e quando prenderemo il tempo perché ci sarà, è matematico e fisico, Israele per quanto ci si affanni, non potrà cancellare quello che ha fatto e il genocidio che ha commesso a Gaza. Perché non sono soltanto i 60 mila che sono stati già contati, uccisi a mezzo di bombe, ma quelli che stanno morendo di fame, quelli che sono morti sotto le macerie, quelli che sono morti a seguito di sparizioni forzate nelle galere di Israele, dove sono stati torturati medici, giornalisti. È ormai anche gli israeliani stessi lo dicono. Pochi, ma lo dicono che è genocidio”. Ma vedete l’Apocalisse non è soltanto distruzione come il senso che è invalso della parola. Ce lo dice l’etimologia, ci racconta che Apocalisse è rivelazione. Ecco, secondo me oggi la Palestina è questo. Ci sta mettendo davanti chi siamo come individui, come società, come Stati come organizzazioni, come Comuni”. E Francesca Albanese torna a lanciare un messaggio ai sindaci che gli hanno conferito la cittadinanza onoraria: “I Comuni, tutti quelli che mi hanno dato la cittadinanza, guardate che vi controllo- ha avvertito Albanese- Lo so che non state facendo niente, tranne il comune di Bari, e quindi non me la date la cittadinanza se non siete capaci di dire: smettiamo il made in israele nei nostri territori e rivediamo anche un po’ gli accordi di partenariato che abbiamo con Israele”.