Sperone – Prosegue senza sosta l’attività del sindaco Salvatore Alaia impegnato a realizzare e a comporre quel mosaico di iniziative che hanno come cardine la tutela della pace e dei diritti umani.
E’ in programma il 19 novembre, alle 11.00, presso l’aula consiliare del Comune di Sperone un incontro con Susan Fatayer, portavoce della comunità palestinese a Napoli, con la quale verranno affrontate quelle tematiche di rilievo socio-culturale ed etico-morale che come denominatore comune pongono alla propria base argomenti di forte impatto come la pace e i diritti umani.
E non è un caso che Susan Fatayer, per il suo impegno e per la sua fervente attività a difesa dei diritti violati dell’infanzia, di tutti quei bambini in stato di guerra maltrattati e sfruttati senza pietà dalle milizie, ha ricevuto nel 2003, dal Comune di Napoli, il premio “Donna dell’Anno” a cui ha fatto seguito, nel 2005, il riconoscimento da parte della Regione Campania del Premio Pace e Diritti Umani.
Un personaggio da conoscere necessariamente per sviluppare una rete di connessioni ed interdipendenze con altri movimenti ed organismi che possono aiutare a far comprendere e a far capire non solo quanto sia importante il bisogno di Pace ma di come questo valore, percepito come uno dei beni più preziosi, sia ambito da ogni cittadino del mondo.
Pace e Diritti Umani costituiscono il binomio su cui Alaia chiama la platea degli studenti della scuola media di Sperone a confrontarsi e a capire i problemi di chi vive il dramma e la sofferenza della guerra, di chi, come i bambini che non hanno più il sorriso, si vede negato ogni elementare diritto da quello della salute all’istruzione, attraverso la testimonianza di chi ha vissuto e vive quelle tragiche realtà.
“Ritengo sia importante richiamare l’attenzione dei giovani e della società in genere – ha dichiarato il sindaco -, su importanti questioni che attengono ai diritti umani e alla pace che sono pur sempre i bisogni dell’uomo. L’educazione ai diritti umani, alla pace e alla convivenza interculturale non compare nei programmi scolastici ed è appunto attraverso lo sviluppo di queste iniziative che occorre coinvolgere responsabilmente le istituzioni scolastiche, agenzie primarie di formazione non solo professionale e culturale ma soprattutto sociale, per avvicinare comunque gli studenti a queste tematiche. L’esperienza di Susan Fatayer come testimonianza vera, scevra dai soggettivismi ma basata sulla massima obiettività, serve a combattere l’isolamento culturale della società e ad accendere una luce su fatti e situazioni che il circuito mediatico molto spesso non ci fa arrivare. Senza avere la pretesa di essere esaustivi, con questa iniziativa intendiamo portare i giovani alla verità, baipassando i filtri della comunicazione costruita ed artefatta, per realizzare un’opera seria di presa di coscienza su temi di grande spessore sociale”.
Redazione Irpinia
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