SPECIALE/ Terremoto ’80. Repole: “Ricordare per costruire il futuro”

0
649

Rosanna Repole, due sere dopo il terremoto che colpì l’Irpinia nel 1980, diventò sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi. A causa del sisma aveva perso la vita anche l’allora primo cittadino Guglielmo Castellano, a soli 32 anni. La nomina della Repole avvenne sotto una tenda. Furono 368 i morti a Sant’Angelo dei Lombardi, per un paese che nel 1980 contava poco più di 5mila abitanti.

Sotto le macerie, oltre al sindaco, morirono il parroco, il capitano dei carabinieri, assessori e consiglieri comunali.

La fascia tricolore di S. Angelo dei Lombardi ha raccontato che assumersi quella responsabilità fu una cosa dovuta per dare il proprio contributo, così come fecero tutti i superstiti e che l’ufficio, in quel momento, era stato sostituito dalla ventiquattrore del segretario comunale. A rappresentare le Istituzioni locali rimase un piccolo gruppo di persone, ognuno aveva avuto perdite, anche importanti, ma c’era un forte senso di solidarietà e una grande voglia di partecipare.

Ci fu inoltre una grande testimonianza da parte del mondo del volontariato, una grande manifestazione di impegno, da laici e da cattolici, in quella tragedia fatta di lutti, dolori e distruzioni. Nonostante le polemiche che ci furono all’epoca, venne a galla un fortissimo senso dello Stato rappresentato dall’indimenticato Presidente della Repubblica, Sandro Pertini.

Rosanna Repole, ha ricoperto in passato anche la carica di presidente della Provincia di Avellino ed oggi è di nuovo sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi oltre ad essere uno dei dirigenti di spicco del Pd irpino.

Sindaco, a S. Angelo dei Lombardi la giornata per il 35esimo anniversario del sisma sarà dedicata all’educazione alla legalità con la partecipazione di Franco Roberti, Procuratore nazionale Antimafia, e di Rosario Cantelmo, Procuratore di Avellino. Perché questa scelta?

“Nella manifestazione per i 35 anni del terremoto il ricordo sarà coniugato al protagonismo dei giovani. Abbiamo quindi scelto di consegnare una targa al direttore de Il Mattino, il quotidiano che titolò “Fate Presto”. Quella pagina rimane una delle immagini simbolo del terremoto e della solidarietà che poi ricevemmo. In realtà la targa al direttore de Il Mattino è un riconoscimento per l’impegno di allora e per l’impegno di oggi. Il quotidiano napoletano resta infatti una testata sempre vicina alle problematiche delle nostre comunità. Ci sarà il Procuratore antimafia Franco Roberti che all’epoca era presente a Sant’Angelo e che difese il tribunale come Istituzione, tribunale che non abbiamo più. Due anni fa gli abbiamo conferito la cittadinanza onoraria ed il 23 Novembre ci porterà la sua testimonianza. C’è la necessità che i giovani accedano al concetto di legalità attraverso l’informazione e la conoscenza: in questo senso avverrà un confronto su questi temi con la presenza di Libera e del procuratore Cantelmo.”

A distanza di 35 anni si può dire che la ricostruzione ha funzionato o si poteva fare di più?

“Con il senno di poi è facile aggiustare le cose. La ricostruzione delle case è avvenuta positivamente, per quanto riguarda il concetto di sviluppo la situazione è cambiata e va riletta in un’ottica diversa. Sant’Angelo, dal canto suo, può godere della grande opportunità del Progetto Pilota per l’Alta Irpinia”.

Quanto è utile rievocare il dramma dell’80?

“Innanzitutto rievocare quella tragedia instilla in tutti una determinata consapevolezza. I fatti di Parigi ci indicano in maniera chiara che il mondo è cambiato ma questo non significa che una comunità non debba ricordare il proprio passato. Ricordare può aiutare ad avere maggiori sicurezze per costruire il futuro in un contesto totalmente rovesciato. C’è bisogno sicuramente di riflettere su questo”.

A che punto è la cultura della prevenzione in Irpinia?

“Bisogna lavorare molto partendo dalle scuole. A Sant’Angelo dei Lombardi, ad esempio, c’è un centro di Protezione Civile della Regione Campania che ancora non si apre. C’era un presidio fondamentale, il Centro rischio sismico, che è stato chiuso dalla Regione. Sono questioni che vanno rimesse al centro del dibattito.”

Quale messaggio lascia alle nuove generazioni e a chi non ha vissuto direttamente quella tragedia?

“Il mio auspicio è quello di creare le condizioni affinché i giovani, con il proprio bagaglio di competenze, abbiano l’opportunità di scelta e la possibilità di tornare nella propria terra. Il messaggio è quello di tenere ben presente la cultura del ricordo”.

[list][item icon=”fa-check” ]SPECIALE/ Terremoto ’80. Ci sono giorni in cui si rinasce[/item][/list]

[list][item icon=”fa-check” ]SPECIALE/ Terremoto ’80. Parla il capo della Protezione Civile: “Accelerare sulla prevenzione”[/item][/list]

[list][item icon=”fa-check” ]SPECIALE/ Terremoto ’80. San Mango fu rasa al suolo, il racconto di Vanni Chieffo[/item][/list]

[list][item icon=”fa-check” ]SPECIALE/ Terremoto ’80. Quando Andy Warhol invocava la ricostruzione[/item][/list]

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here