SPECIALE/ Ricostruzione e sviluppo: come il terremoto dell’80 ha cambiato l’Irpinia. Il racconto del sindaco di Grottolella

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Renato Spiniello – Alle 19:35 del 23 novembre 1980 l’Irpinia fu scossa da uno dei terremoti più devastanti della storia sismica. Tra gli oltre 100 comuni colpiti della provincia di Avellino anche Grottolella, sul cui territorio non si piansero vittime ma furono diversi i grottolellesi residenti in altri comuni a perdere la vita sotto le macerie*.

Gravemente danneggiato il patrimonio edilizio e abitativo del borgo alle porte di Avellino: oltre il 70% fu compromesso, mentre subirono danni gravissimi gli edifici pubblici, il sistema viario e le reti idrica e fognaria.

650 su 1.650 furono le persone rialloggiate, mentre vennero stanziati fondi per la ricostruzione pari a due miliardi e 490 lire dal Governo e 115 milioni di lire dalla Regione Campania. Ad oggi, 39 anni dopo, l’opera di ricostruzione è ben oltre il 90%, come ci ha spiegato in una lunga intervista l’attuale sindaco di Grottolella Antonio Spiniello, all’epoca del sisma entrato da poco in Giunta.

Sindaco, all’epoca del terremoto del 1980 lei era stato da pochi mesi nominato assessore dal primo cittadino del tempo Antonio Tropeano: qual è il suo ricordo di quei drammatici momenti e come avete gestito nell’immediato l’emergenza?

E’ un ricordo molto nitido nonostante ci avviciniamo al quarantesimo anniversario del dramma. Ricordo che era il giorno di San Clemente e stavamo festeggiando mio suocero. Insieme alla mia compagna, oggi mia moglie, eravamo andati allo stadio a vedere la vittoria per 4-2 dell’Avellino sull’Ascoli, erano gli anni della Serie A. Alle 19, invece, la Rai trasmetteva il derby d’Italia tra Juventus e Inter. La partita finì 2-1 per i bianconeri, ma noi non facemmo in tempo a vederla perché esattamente alle 19:35 venne il terremoto e ci precipitammo tutti all’esterno. Il primo pensiero andò ai miei genitori: mi tranquillizzai solo quando vidi che la loro casa era in piedi. Subito dopo mi misi in contatto con il sindaco. A Grottolella non ci furono crolli, ma la quasi totalità del patrimonio immobiliare fu danneggiata gravemente. Inizialmente fu difficile perfino rendersi conto dell’effettiva entità del sisma: non c’erano cellulari e le linee telefoniche erano fuori uso. Basti pensare che il Capo dello Stato Sandro Pertini dovette sorvolare il giorno dopo l’area del Cratere per rendersi conto della gravità della scossa. Interi comuni erano stati rasi al suolo. Di ritorno a Roma chiese al Ministro dell’Interno di far dimettere il Prefetto di Avellino Attilio Lobefalo perché aveva riportato sì di un terremoto ma senza parlare di danni così gravi.

Passata la prima emergenza c’era la ricostruzione da gestire, da amministratore di lungo corso il suo è stato un ruolo cruciale nella vicenda…

Nella dicitura utilizzata dal Commissario Giuseppe Zamberletti Grottolella fu un comune “Gravemente danneggiato”. C’era da riparare o da ricostruire la quasi totalità del patrimonio immobiliare. Come nel resto delle aree scosse dal sisma sono arrivati molti finanziamenti: l’intero importato è stato calcolato intorno ai 50mila miliardi di lire (quasi 25 miliardi di euro, ndr) anche se – e questo reputo sia stato un errore – nel riparto rientrarono diversi comuni di zone colpite solo marginalmente, come Napoli e Caserta per esempio. Nella legge 219 del 1981 si parlava, oltre che di ricostruzione, di sviluppo e quella parola non fu messa a caso, tanto che cambiò notevolmente le nostre zone. Si avviò un’opera di industrializzazione delle aree interne come San Mango sul Calore, Guardia dei Lombardi, Nusco e Morra de Sanctis. La stessa Ofantina-bis fu finanziata dai soldi del terremoto. La ricostruzione fu progettata da Zamberlletti in diverse fasi: fornitura di tende e camper agli sfollati, installazione di prefabbricati leggeri (125 a Grottolella, ndr), prefabbricati pesanti, ricostruzione e riparazione degli immobili e infine, appunto, sviluppo. Un ruolo decisivo lo svolse l’allora Ministro del Mezzogiorno Salverino De Vito, ex sindaco di Bisaccia, tra i comuni più colpiti dalla scossa. De Vito, consigliato dai suoi collaboratori, tra i quali il compianto Pietro Foglia, ordinò ai comuni di dotarsi di strumenti per disciplinare lo sviluppo urbanistico.

A distanza di 39 anni a che punto è la ricostruzione a Grottolella?

Tutti i nostri immobili comunali sono antisismici, a partire dalla scuola che è stata riparata, da altri due edifici nelle frazioni Tropeani e Pozzo del Sale, dal Palazzetto dello Sport e dagli spogliatoi del campo sportivo, quest’ultimi costruiti dopo il sisma e quindi secondo criteri antisismici. L’unico edificio del patrimonio pubblico da adeguare è il Municipio, per cui abbiamo ricevuto proprio in settimana un finanziamento di 24mila euro per la progettazione dell’adeguamento antisismico. La ricostruzione generale è oltre al 90%, quello che non è stata ricostruito del patrimonio immobiliare non era prioritario, come case disabitate e oggi semidirute. Con la nostra amministrazione ci stiamo attivando, tramite finanziamenti regionali ed europei, a individuarne un diverso utilizzo.

Si può dire che la ricostruzione abbia funzionato o si poteva fare di più?

Un cruccio nell’animo di chi, come nel mio caso, ha seguito da amministratore la vicenda, come ho già accennato, è il fatto di aver allargato in modo politico e ogni giorno di più l’area del sisma fino a Napoli e Caserta. Si è parlato tanto di Irpinia-gate ma in realtà la nostra zona si è differenziata rispetto al consumo di denaro pubblico speso in altre province. Inoltre, a mio avviso, noi amministratori avremmo dovuto avere maggiore coraggio nel riqualificare i centri storici dei comuni, in mondo da renderli maggiormente utilizzabili. Sarebbe stata utile un’urbanizzazione più compatta per concentrare i servizi e non invece a macchia di leopardo come è stata portata avanti.

Quanto è utile, secondo lei, rievocare il dramma dell’80?

Dico sempre che la memoria deve esserci e che il passato non deve essere cancellato. Di quello che è stato si possono utilizzare le tante cose buone fatte. Era impossibile che tutto funzionasse alla perfezione, anche perché parliamo di una superficie molto vasta. Tra le cose che non hanno fruttato abbastanza ci aggiungo l’industrializzazione delle aree interne, ad eccezione ovviamente di qualche azienda che nel tempo si è rilevata poi un’eccellenza. Probabilmente sarebbe stato meglio investire più per finanziere agricoltori e cooperative: avremmo avuto un’agricoltura migliore nelle zone del Cratere e non tante fabbriche. E’ facile però parlare col senno di poi. La verità è che ci fu un impegno notevole all’epoca, anche grazie ai nostri De Mita, Mancino e De Vito, e i risultati alla fine dipendono anche da fattori esterni.

Come Grottolella ricorderà il terremoto?

Grottolella è tra i pochi comuni che ha ricordato puntualmente e annualmente le vittime del sisma. E lo faremo anche oggi alle 11:00 con una celebrazione di commemorazione presso la cappella del cimitero, a seguire sarà deposta una corona di fiori sulle lapidi dei concittadini deceduti.

Grazie sindaco…

A lei.

*Materiale consultato: Grottolella – Storia, Cultura e Tradizioni a cura di L. Conte, O. Morante, C.G. Pacifico e G. Morante.