VIDEO/ Sos Caporalato, Cisl attiva il numero verde. “No ai voucher. Pronti per un confronto con Di Maio sulla legge 199”

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“La legge 199 del 2016 ha rappresentato una grande conquista di dignità ed un importante passo in avanti nella lotta contro il lavoro nero e lo sfruttamento in agricoltura. Siamo pronti a confrontarci con il ministro Di Maio affinché vengano migliorati alcuni aspetti della 199. Purtroppo nessuna regione, dal Nord al Sud, è esente da questo cancro che distrugge l’economia sana del Paese e sopratutto la vita e la dignità degli esseri umani”.

Queste le parole di Raffaele Tancredi, responsabile regionale della Fai Cisl, durante la conferenza stampa indetta dal sindacato di via Circumvallazione per la presentazione della campagna “Sos Caporalato” e l’attivazione di un numero verde 800.199.100 utile per segnalare, anche in forma anonima, ogni forma di ingiustizia e di illegalità nell’ambito lavorativo.

Secondo il sindacalista bisogna frenare sul ripristino parziale dei voucher nel comparto agricolo.

“C’è grande preoccupazione per le dichiarazioni del ministro dell’agricoltura Centinaio in quanto i voucher rischiano di rendere ancora più fragile e facilmente sfruttabile il lavoratore agricolo. Per questo non è accettabile pensare di trasformare il lavoro dipendente, già regolato da contratti, in uno strumento utilizzato in maniera accessoria che, altro non fa che acuire il caporalato ed il lavoro nero. Il Ccnl di categoria, tra l’altro rinnovato lo scorso 19 giugno, da ampi  margini di flessibilità aziendale. Non dimentichiamo che con i voucher i nostri braccianti non hanno alcuna garanzia previdenziale (disoccupazione, malattia, assegni familiari e contributi)”.

Le vittime del caporalato sono costrette a lavorare per ore, sotto il sole, per racimolare una somma di denaro davvero irrisoria. Sacrifici, il più delle volte, che mettono a repentaglio la vita dei braccianti, la maggior parte delle quali sono donne. Accampati in tendopoli o stipati in ghetti fatiscenti. Ai margini dei campi dove vengono prodotte le primizie made in Italy. Senza regole, senza leggi. Dove l’unica parola che conta è quella del caporale.

Una pratica che mette in moto due business: le agromafie e la gestione del mercato della braccia, che insieme muovono e rafforzano l’economia illegale e sommersa.

Per Fernando Vecchione, segretario generale Fai- Cisl Irpinia-Sannio: “Questo fenomeno è presente in modo marcato in Campania, sopratutto nelle province di Salerno, Caserta e Napoli. Nelle province di Avellino e Benevento, il fenomeno ha poca incidenza in quanto sono due province caratterizzate da un’agricoltura di collina e di montagna molto frammentata, con aziende di piccole dimensioni, dove  è radicato da sempre il concetto di piccola proprietà. Pochissime le aziende agricole con un numero di dipendenti al di sopra delle 10/15 unità, molte le aziende a conduzione familiare con unità lavorative minime. Tale situazione comporta rapporti di lavoro di breve durata che garantiscono le minime 51 giornate annue di lavoro sufficienti per il diritto delle prestazioni previdenziali”.

“Spesso il caporalato  – precisa Mario Melchionna, segretario provinciale della Cisl Irpinia – Sannio  – si nasconde dietro ad un’altra terribile piaga, quella del lavoro nero. Un fenomeno davvero preoccupante che sfiora il 60/65 per cento sul nostro territorio, con un’evasione contributiva – tenendo presenti i dati dello scorso anno – pari al 50 per cento. E’ necessario, quindi, unire le forze e contrastare questo male”.

“Insieme all’attivazione del nostro numero verde, attraverso il quale chiunque può denunciare casi di evasione, lavoro nero e caporalato credo sia necessario istituire una cabina di regia in sinergia con la Prefettura, i sindacati, le associazioni datoriali e le forze dell’ordine proprio per fare rete sul territorio e fare scudo contro un fenomeno che silenziosamente si ramifica nell’economia del Paese. Dove c’è lavoro nero c’è evasione, dove c’è evasione c’è mancanza di rispetto delle norme su sicurezza ed è questo è il grande male da estirpare”, conclude il segretario provinciale.