Solofrana territorio di morte, l’emergenza ambientale arriva in Procura

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“Non poco tempo fa l’Associazione medici per l’ambiente (Isde) ha diffuso i dati sulla mortalità infantile in Irpinia che, in percentuale, è superiore a quella della cosiddetta Terra dei Fuochi. E’ noto, purtroppo, che sia Solofra che Montoro sono territori di morte. Ora va accertato se vi sia o meno correlazione tra l’inquinamento del torrente e l’aumento di patologie tumorali”.

E’ un fiume in piena Valentina Musto, difensore di ‘Cittadini Attivi Montoro’ in questa battaglia per la vita. Proprio ieri, infatti,  il Comitato ha depositato presso la Procura della Repubblica di Avellino un esposto, attraverso il quale si chiede di fare luce sugli sversamenti killer che continuano a togliere ossigeno al torrente Solofrana e all’intero territorio che lo circonda.

Il Comitato chiede aiuto alla Procura, servono accertamenti sullo stato di salute del torrente, sull’idoneità dell’impianto di depurazione, sullo stato dell’impianto fognario e sulla necessità di azioni di bonifica urgenti e doverose.

“Come rappresentante legale del Comitato ‘Cittadini Attivi Montoro’ e, prima di tutto, come montorese, ho il dovere di denunciare tutto ciò che si oppone alla normativa sui reati ambientali ed ogni forma di azione atta a ledere la salute ambientale ed umana. Noi cittadini, tutti, dobbiamo reagire e non permettere che la salute venga messa a rischio da chi agisce con negligenza e superficialità”.

Ricordiamo, tra l’altro, che proprio ieri le forze dell’Ordine hanno scoperto in flagranza di reato un’imprenditrice della zona che sversava, proprio nel torrente, del detergente chimico industriale. 

Attraverso l’esposto, presentato oggi alla stampa ad Atripalda, il Comitato chiede di accertare “l’esistenza di sversamenti abusivi ed illegali, domestici o industriali o da cattivo processo di depurazione, nel torrente Solofrana o nella rete fognaria di Montoro, in quanto anche dai relativi tombini – precisano – fuoriescono gas nauseabondi siti in San Pietro; si chiede se il depuratore di Solofra sia idoneo e capace a depurare questa grossa mole di acqua reflua”.

Tra l’altro ricorda anche il Presidente del Comitato Dario Della Rocca “sono ben 15 anni che il torrente Solofrana vive in questo limbo, lo stesso depuratore, nell’aprile del 2017, venne chiuso in regime provvisorio dalla Procura. E’ giunto il momento di avere risposte concrete da chi di competenza ma anche un’attenzione maggiore da parte della Regione e di tutti gli enti coinvolti in questa situazione”.

“Abbiamo il diritto di conoscere lo stato di inquinamento del suolo del torrente, delle falde acquifere e dell’aria circostante allo stesso – dichiara Della Rocca -. Abbiamo la necessità di concretizzare un piano di bonifica e di risanamento anche mediante richiedendo apposite risorse finanziarie utili a garantire e a rispondere a simili interventi. Con riserva di costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni materiali e morali subiti. La situazione è allarmante, per questo ci rivolgiamo alle forze dell’ordine e alla Procura affinché facciano chiarezza e individuino i responsabili di questo scempio”.

Intanto è proprio il Comitato ad annunciare nuove iniziative a tutela del territorio. Oltre a nuovi incontri e convegni, molto probabilmente a settembre sarà realizzata una marcia a Montoro per sensibilizzare la popolazione e far aprire gli occhi a chi, in questa storia, l’ennesima d’inquinamento ambientale, potrebbe concretamente dare una mano.