Solofra – In Consiglio salta la discussione sul bilancio

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Solofra – Il Consiglio comunale di Solofra ha approvato all’unanimità la proposta che chiedeva l’integrazione dello Statuto Comunale affinché si riconoscesse l’acqua quale bene comune di proprietà pubblica e si recepisse nello Statuto Comunale la non rilevanza economica del servizio idrico integrato. In sostanza con l’atto odierno, Palazzo Orsini ha gettato le basi per la riconduzione nei confini rigidi dell’amministrazione comunale del bene acqua, questo anche in previsione dell’accorpamento – di qui a fine anno – delle tre municipalizzate solofrane. “Quella di stasera – ha spiegato il primo cittadino conciario Michele Vignola – è solo la premessa per affrontare una lunga e difficile battaglia in favore della ripubblicizzazione dell’acqua, così come la stragrande maggioranza degli italiani ha espresso nel recente referendum. L’obiettivo è l’affidamento in house del bene con la tutela delle gestioni preesistenti: adesso dobbiamo lavorare per individuare la strada da percorrere”.
Forti e aspre polemiche hanno però accompagnato l’incipit dell’assise civica di Solofra, che all’ordine del giorno – tra le varie – prevedeva anche la discussione del bilancio di previsione 2012 (che dovrà essere approvato entro fine agosto). Discussione che è venuta meno viste le eccezioni preliminari sollevate dal capogruppo di Per il Bene di Solofra, Nicola Moretti, circa la validità della convocazione ordierna del Consiglio.
D’aristotelica memoria l’intervento di Moretti: “La forma è sostanza – ha sottolineato – Questa amministrazione vuole calpestare la volontà del 70 per cento dei cittadini solofrani. Noi non consentiremo che venga offeso nessuno. Vignola non ha più una maggioranza che lo sostiene: ci spieghi dunque il perchè dell’assenza dei componenti dell’UdC (componente della coalizione di maggioranza) dalle commissioni consiliari”. Così il sindaco Vignola in replica: “Si dia atto a questa amministrazione di aver iniziato la consiliatura nel segno della civiltà e della serenità. Mi si vuole però trascinare con i capelli sul piano della rissa. Vorrà dire smetterò i panni della tranquillità per vestire quelli del sindaco contadino”.

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