“Contro chi si sta battendo il sindaco di Solofra per i cambi di destinazione d’uso e per i frazionamenti nell’area Asi di Solofra? Contro se stesso visto che è il vicepresidente del Consorzio Asi stesso?”.
E’ la domanda che pone l’arch. Vincenzo De Maio alla comunità di Solofra in seguito ad alcune dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino di Solofra, Vignola, e dal presidente del Consiglio comunale della città della concia, Gaeta.
In un recente post apparso su Facebook, Vignola aveva affermato: “Innanzitutto ribadisco sempre che l’economia della concia va allargata alla pelle per poi aprirsi anche ad 1 diversificazione produttiva. Ci stiamo battendo per i cambi di destinazione d’uso e per i frazionamenti. Abbiamo la disponibilità di capannoni chiusi che diventano appetibili per degli investimenti industriali (e non) perché ubicati in un’area già infrastrutturata”.
Secondo quanto riporta De Maio però, lo stesso Gaeta, sempre a mezzo Facebook, avrebbe asserito che gli ormai famosi cambi di destinazione d’uso in area Asi a Solofra, sarebbero stati liberalizzati sin dal lontano 1995.
Di qui la distonia rispetto alla due dichiarazioni e la critica della comunità di tecnici e professionisti di Solofra, già in passato protagonisti e promotori di diversi appuntamenti pubblici volti a fare chiarezza sul tema.
“Ad oggi – continua De Maio nella nota – la cosa certa è che a Solofra i cambi di destinazione d’uso sono consentiti esclusivamente nel Centro Servizi Asi per le attività più disparate. Come non ricordare palestre, supermercati, ludoteche, uffici vari, bar, ristoranti ed altro, a servizio di concerie dismesse, che rimangono inutilizzate e rappresentano un continuo salasso per i proprietari, in quanto gravate da ingenti tributi locali, e che in generale, certificano la decadenza dell’area industriale di Solofra. Il 2017 è vicino e con lui le prossime elezioni; sarebbe almeno il caso di concordare prima le dichiarazioni, per evitare di cadere in devastanti contraddizioni, non foss’altro per il rispetto dei ruoli istituzionali che si ricoprono e quindi per il rispetto dei cittadini che si rappresentano e dei conciatori, proprietari degli immobili dismessi”.