Solofra – Si rinnova come ogni anno la Via Crucis per le strade solofrane in occasione del Venerdi Santo. Una sorta di processione – dramma cristiano, che vede la presenza non solo di fedeli locali ma anche del circondario. Ad aprire la manifestazione religiosa sono degli incappucciati vestiti di bianco con un cordone alla cintola che ricorda molto quello dei flagellanti laici del tredicesimo secolo. Portano con sé i vari “misteri”, simboli forti di significato, della passione di Gesù: la corona di spine, i chiodi, il martello e le tenaglie, una scala, la lancia con su la spugna imbevuta di aceto, un catino di acqua, la mani di Pilato, calamaio e penna, la frusta, la tunica bianca e un’ altra insanguinata, il panno col quale una pia donna asciugò il volto del Cristo, il gallo del triplice tradimento di Pietro, ed altri. Quindi una croce pesante trasportata da un devoto dai piedi scalzi ed un figurante rappresentante il Cireneo. A scuotere tutti è un incappucciato col lamentoso e triste suono del corno. Seguono poi figure di nuova introduzione che rendono più viva la rappresentazione: gli apostoli, i farisei col gran sacerdote, lo scriba, Giuda con la borsa dei trenta denari, i soldati romani che scortano Gesù in catene, Pilato e consorte, Erode e la sua famiglia, le pie donne e la statua di Cristo sanguinante, recante una smorfia di dolore sul viso, in pratica morente, trasportato su una lettiga da dodici portatori con addosso una tunica a righe e un bastone tra le mani dove poggiarsi soprattutto nelle zone alte del paese. Chiude il corteo luttuoso la Vergine addolorata vestita di nero con un cuore trafitto da vari pugnali. Una folla commossa accompagna la processione intonando canti tristi. (di Dante Grimaldi)
Redazione Irpinia
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