Solofra – Non è stata accettata dai sindacati la procedura presentata della Conceria Patrizia circa la messa in mobilità del suo organico composto da 24 unità lavorative. L’opificio conciario aveva goduto della cassa integrazione straordinaria dal 6 giugno 2005 fino al cinque giugno scorso. Poi l’improvvisa comunicazione della ditta, dove si evinceva la volontà “di voler cessare la propria attività produttiva” nell’unica unità operativa, non avendone altre. Naturalmente i licenziamenti scattavano il giorno successivo alla cessazione della CIGS. La Femca – Cisl e Filcem – Cgil, nella riunione tenutasi presso la sede di Confindustria, si mostravano contrari al piano di mobilità presentato dalla ditta perché ritenevano “di non potervi aderire in quanto non esiste alcun presupposto finalizzato al mantenimento ed al rilancio dell’attività produttiva” come assicurato dall’opificio conciario nell’ottenere il periodo di CIGS, durante il quale si impegnava all’attuazione del rilancio della ditta coinvolta nella crisi del settore. Rilancio “mai neppure tentato. Difatti – si legge nel documento della riunione – i soci della Conceria Patrizia hanno intrapreso autonomamente attività conciarie similari in Paesi extracomunitari quali la Cina”. Gli operai al momento sono privi di garanzia salariale e del lavoro. Per il sindacato a questo punto “non sussistono nemmeno le condizioni per proseguire il confronto in fase sindacale”. L’ ultima parola spetta adesso alla Giunta Regionale della Campania. Difatti ha invitato, per venerdì prossimo, il sindacato e la ditta nel tentativo di ricucire lo strappo avvenuto e cercare di salvaguardare la posizione dei 24 operai. (di Dante Grimaldi)
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