Il convegno sul Ciclo integrato delle acque: questione depurazione industriale, organizzato dal PD Solofra ha visto la partecipazione del segretario cittadino Gerardo De Stefano, il presidente dell’Ato 1 Giovanni Colucci, il consigliere comunale PD Michele Vignola, Rosetta D’Amelio consigliera regionale e Osvaldo Ciaponi sindaco di Santa Croce sull’Arno. Quest’ultimo ha portato la sua esperienza: “la depurazione non deve essere considerata un puro costo, un servizio duro da digerire per gli operatori, ma rappresenta una parte del processo produttivo della concia”. La proposta del PD di Solofra è stata lanciata nel corso del convegno: quella di cambiare radicalmente le carte in tavola per far fronte alle esigenze dell’apparato produttivo del distretto. E per seguire ciò che avviene in Toscana anzitutto si deve recepire la legge regionale n.50 che realizza un connubio sorprendente per i suoi conciatori. Il consorzio Acquarno, infatti, vede la gestione della depurazione a maggioranza privata, mentre il pubblico non va oltre il 4%. La governance è però pubblica, sotto la guida dei comuni interessati. A questo proposito Rosetta D’Amelio, consigliere regionale PD, ha espresso la ferma volontà “di fare una battaglia in Consiglio regionale per dare una svolta a questo territorio che più di altri in provincia merita apprezzamento per le capacità dei conciatori e appoggio perché il distretto non perda occasioni di sviluppo e lavoro come in altre zone dell’Irpinia (vedi Iribus di Flumeri). Col capogruppo PD alla regione – continua la D’Amelio – ci faremo promotori di una forte iniziativa che consenta di includere nell’ordinamento campano la legge n.50 della Toscana rendendo di fatto l’area industriale solofrana prospera e florida com’era un tempo.” “Inoltre – ha sostenuto il consigliere PD di Solofra Michele Vignola – il Codiso, che deve essere estrapolato dal ciclo integrato delle acque, deve essere assegnato agli imprenditori solofrani, che hanno il know how e il management all’altezza di tale compito. Ha mostrato tutto il suo limite la Convenzione voluta e firmata da Guarino-Romano, noi ci opponemmo allora in consiglio comunale e i fatti ci hanno dato ragione perché la Regione Campania è dovuta intervenire dopo anni, ripianando i 2,5 milioni di euro di debiti che hanno penalizzato i conciatori solofrani. Infine – conclude Vignola – il nostro depuratore deve staccarsi da quello di Mercato San Severino, del quale i solofrani potranno essere semplici utenti pagando la tariffa della depurazione biologica. Ma addirittura potremmo avere a Solofra anche il biologico, così come è avvenuto a Santa Croce sull’Arno: basta volerlo ed essere uniti.” Pertanto, il PD di Solofra ha elaborato una proposta che presto verrà illustrata ad un “tavolo partecipato” per essere firmata dalle diverse categorie imprenditoriali di settore e dalle parti sociali e poi portata in Regione per l’approvazione.
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