“Dobbiamo più che indignarci. Alzare i già lauti compensi dei Direttori generali delle Aziende sanitarie in una Regione come la Campania è un atto amministrativo criminale” – a denunciarlo è il Coordinamento di Sinistra Italiana della Regione Campania.
“Eh si – prosegue la nota – perché in è in questa Regione che si è attestata la più alta mortalità evitabile. E proprio qui, invece di potenziare e rendere efficienti i servizi sanitari pubblici, che li vediamo continuamente depotenziare con una chiusura dietro l’altra dei “Pronto Soccorso”, di presidi ospedalieri, di interi reparti e ambulatori nonché di strutture della medicina preventiva di base. E sempre in Campania, in virtù di un dichiarato disavanzo pubblico, da anni è stato imposto un blocco del “turn over” nelle assunzioni con gravissime ripercussioni sulle prestazioni degli operatori sanitari, mentre oggi con un colpo d’agosto si elargisce proprio dove non serve ai cittadini bisognosi di cure e strutture funzionanti”.
“Ebbene si – continua il comunicato – di fronte a questo stato di cose possiamo e dobbiamo parlare di un atto di crimine sociale compiuto con l’approvazione della delibera n. 520 del 1 agosto 2017 da parte di una Giunta regionale letteralmente servile alle politiche anti sociali di un Governatore come De Luca , guarda caso, oggi anche Commissario alla Sanità che aumenta di un sol colpo di 30.000 euro i compensi dirigenti sanitari campani passandoli da una media di 123.000 Euro a una di 153.000 euro”.
“Ci auguriamo che le opposizioni presenti in regione e le organizzazioni sindacali tutte facciano del loro meglio per impedire il consolidamento di questo ennesimo schiaffo al diritto alla salute e alla dignità dei cittadini campani”.