Atripalda – Luca Criscuoli di Sinistra e Libertà in una nota solleva dubbi sulla legittimità della richiesta, avanzata di recente dagli uffici comunali ai cittadini, di fornire i dati catastali. Una richiesta che Criscuoli definisce insensata poiché la metà degli edifici costruiti dopo il terremoto sarebbero già sconosciuti al Catasto comunale. Questo il testo completo:
“Le Poste di Atripalda negli ultimi mesi stanno lavorando molto, sicuramente al di sopra della media: straordinaria la mole di bollette, di comunicazioni, di avvisi, di conguagli che i cittadini atripaldesi si vedono recapitare. Stavolta però non ci hanno chiesto soldi, si sono limitati ad avvisarci che presto dovremo tutti recarci al Municipio per comunicare i nostri dati catastali, ‘secondo quanto prevede la legge’. Queste cinque parole sono entrate nel gergo comune, costituiscono, oramai, l’asse portante del rapporto tra i cittadini e chi li governa. Sono il codice attraverso il quale si effettua il vero controllo sociale. Quale onesto cittadino oserebbe opporsi!! Ed il gioco è fatto. Anche quando la realtà è un’altra, anche quando si celano storie di abusi perpetrati per anni ai danni degli ignari contribuenti. Anche quando si chiedono balzelli sproporzionati . In fondo pagare le tasse è un dovere. Ma pagare le tasse significa anche ricevere in cambio qualcosa, in servizi, in opere, in qualità della vita e del territorio, in stato sociale. Aumentare la Tarsu per migliorare il servizio sarebbe stata cosa pressoché naturale, ma sappiamo tutti cosa invece succede. Ma perchè si richiedono agli atripaldesi i dati catastali? fino ad oggi come si è andati avanti?Ha senso chiedere i dati catastali agli abitanti di Alvanite e delle altre zone popolari? Non dovrebbero essere dati già in possesso degli enti comunali e sovracomunali? Gli abitanti di Alvanite vivono da oltre 25 anni in prefabbricati pesanti e non in capanne o palafitte. Un’insensatezza enorme che sarà pure costata diverse migliaia di euro in bolli di spedizione. Ma cosa facevano e fanno negli ufficci UTC? Possibile che non siano essi stessi capaci di fornire tutti i dati di ogni singola abitazione, di ogni singolo immobile esistente sul territorio atripaldese? Infine rimane da chiedersi come si comporteranno gli addetti ai lavori di fronte al fatto che, secondo quanto racconta una “leggenda popolare” atripaldese, la metà degli edifici (soprattutto residenziali) costruiti dopo il terremoto sono sconosciuti al catasto e gran parte di essi non ha i certificati di agibilità ed di abitabilità”.