AVELLINO- “Illuminare le zone d’ombra, fare chiarezza e interpretare a pieno titolo il ruolo di media, ovvero di mediatore fra la notizia e il pubblico”. Sigfrido Ranucci, conduttore di Report e uno dei giornalisti di inchiesta e scrittori più noti nel Paese, oggi ad Avellino all’iniziativa organizzata da Arci e Libera per presentare “La Scelta” il suo libro che a distanza di mesi continua ad essere in cima agli acquisti ed e’ stato ristampato piu’ volte, spiega così quale deve continuare ad essere il ruolo del giornalista oggi. “Capire quali sono le notizie e quanto incidono sulla qualità della vita del cittadino. Questo e’ diventato il vero problema”. Tra le problematiche che meritano certamente di essere “illuminate” dell’attenzione della stampa c’e’ anche l’acqua. Non poteva mancare anche una domanda su Giancarlo Siani e se, a quaranta anni dalla morte, sia cambiato qualcosa? “Il nostro e un Paese che ha pagato un contributo altissimo di giornalisti che hanno perso la vita. In questo momento per fortuna ci sono zero omicidi, anche se non dobbiamo dimenticare che siamo in un Continente dove ci sono stati 5 omicidi di giornalisti, che indagavano sui rapporti tra politica e criminalità organizzata su cui ancora oggi non sono stati individuati i mandanti. Oggi la mafia non spara più, delegittima. Forse è passato il concetto del metodo mafioso. Il lavoro di Report, che non poteva mancare tra le domande a Ranucci e’ quello di una “squadra che lavora per garantire la libertà. Da qualche mese a questa parte è un po più complicato. Per la prima volta nella storia sono state tagliate 4 puntate di Report. Credo che tutti voi dobbiate obiettare, perché una quota del contratto di servizio del canone RAI prevede che venga valorizzato il giornalismo di inchiesta. Come fai a valorizzarlo se tagli quattro puntate alla trasmissione di inchiesta più importante che c’è in Italia, si vede che qualcuno lo deve spiegare”.




