Sidigas Avellino, perchè non provare a ragionare da grande?

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E’ come pensare ad un bambino e al suo desiderio di camminare, di stare in piedi e di girare da solo il suo piccolo mondo senza l’ausilio e l’affetto di chi gli vuol bene. Quel bambino all’inizio ce la metterà tutta per reggersi in piedi, crederà di essere forte al punto giusto per tenersi, ma cadrà.

L’intervento di una persona più matura è doveroso per la sua crescita e per le sue piccole ambizioni. Ha bisogno di essere consigliato, di vedere praticamente come mettere un piede avanti e l’altro dietro per poi lasciarsi andare definitivamente. Grazie ad una valida guida, il bambino imparerà subito a camminare e sarà pronto a prender contatto con il mondo che lo circonda.

Dopo essere caduta più volte negli ultimi anni, anche peccando di presunzione e di superbia, la Scandone Avellino ha iniziato a camminare da sola grazie al prezioso contributo della guida per eccellenza, Stefano Sacripanti, bravo a rialzarla quando non era in grado di farlo da sola, bravo perchè ha inculcato ai suoi quella mentalità che alla lunga l’avrebbe portata ad affrontare quel mondo sognato dal bambino, quello dei grandi, che sembrano lontano anni luce; bravo perchè ha saputo toccare le corde giuste della sua creatura per far sì che rispondesse ai suoi comandi; bravo perchè le ha insegnato a rialzarsi, cosa importantissima, perchè non saranno sempre rose e fiori; bravo perchè l’ha plasmata come meglio credeva ed ora è matura e non avrà paura ad interfacciarsi con i grandi perchè consapevole delle macerie da cui proviene ma anche decisa su cosa costruire.

La vittoria contro Reggio Emilia ha confermato il processo di crescita della Sidigas Avellino e ne ha testato la piena maturità. Non era facile imporsi contro la capolista in un match vero, senza esclusioni di colpi dove chi sbaglia non riprova ma paga dazio. Grinta, cuore, tenacia, agonismo questo è quello che hanno messo in campo i lupi biancoverdi per colmare il gap con la più attrezzata e talentuosa Reggio Emilia.

La vittoria sulla Reggiana è tutta in un episodio sviluppatosi durante il secondo quarto, quando Ragland si è trovato a marcare, dall’alto dei suoi 182 cm, niente di meno che Darjus Lavrinovic, l’imponente centro emiliano con cui ha fatto a sportellate fino a metterlo in difficoltà, rubandogli la palla.

La tenacia, la voglia di lottare anche contro chi in apparenza può essere superiore, l’ardore messo in campo da Avellino sono stati più forti di tutto. Il neo plamaker avellinese è stato davvero inarrestabile per tutti i 40 minuti della gara. I vari Gentile, De Nicolao, Aradori facevano fatica a stargli dietro. Il folletto di West Springfield, a suon di triple e giocate pazzesche, ambisce a diventare leader di questa Scandone.

Conferme di netta crescita anche per Cervi e Acker mentre le ottime prestazioni di Buva non sono più una novità. Il centro croato ha tenuto testa a colleghi del calibro di Veremeenko, Golubovic, non di certo gli ultimi arrivati in questo sport.

Da sottolineare le ottime prove difensive di Leunen e Nunnally che hanno limitato i rispettivi avversari nella fattispecie di Polonara e Aradori. La guardia americana è stata la protagonista dello strappo finale che ha condotto il team biancoverde alla vittoria.

Un gruppo forte e coeso, per questo bravo due volte Sacripanti, si vede nel prezioso apporto dato da Severini che, lontano dal parquet da tre partite, nei pochi minuti giocati, ha contribuito a rendere più solida la difesa avellinese che alla lunga, si è rivelata l’arma vincente.

La creatura Scandone ha iniziato a camminare da sola e a rapportarsi con il mondo dei grandi. Il primo incontro è andato più che bene, si attendono i prossimi, con la consapevolezza che anche la beneamata biancoverde sta per prender parte a questa nuova realtà e a ragionare da grande.

 

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