Settantuno miliardi di lire: ecco il prezzo dell’affaire Isochimica, sulla “pleura” degli operai

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La lapide posta all'esterno della fabbrica

Renato Spiniello – Il processo Isochimica si arricchisce di un nuovo drammatico capitolo. Questa mattina, rigorosamente nell’aula bunker di Poggioreale, sono stati escussi i tre medici legali incaricati dalla Procura di eseguire gli esami sui corpi di quattro operai dell’ex opificio di Elio Graziano morti a causa dell’amianto inalato. Un dibattimento fiume, durato oltre cinque ore e particolarmente duro per i parenti di quelle vittime.

Le dottoresse Sementa, Barbarisi e Galeotalanza sono state ascoltate dal collegio presieduto dal giudice Sonia Matarazzo e completato dai giudici Gennaro Lezzi e Pierpaolo Calabrese. In aula, il sostituto procuratore Robert Pascot, che ha assistito al racconto particolarmente schockante di una delle tre dottoresse. “Ho effettuato oltre 700 autopsie in carriera – ha spiegato la Sementa – ma non ho mai visto una pleura ridotta come quella dell’ex operaio Maiello”. La membrana ricopre i polmoni ed ha l’aspetto di una pellicola da conservazione di alimenti, quella dell’operaio morto – dice la dottoressa – “aveva l’aspetto di una cotica”.

Ma nel corso dell’udienza fiume di oggi è stata escussa anche una dirigente di Ferrovie dello Stato, che ha parlato dei contratti stipulati fra Elio Graziano e l’s.p.a. Settantuno miliardi delle vecchie lire: questo il costo dell’affare Isochimica, ovvero quanto ha guadagnato la società, sulla “pleura” degli operai morti.

Il dibattimento si aggiorna al 15 dicembre, giorno in cui saranno escussi gli ex operai Michele Aversa, Gerardo Gioino e Carlo Sessa; l’ex commissario prefettizio del Comune di Avellino Cinzia Guercio (precedente a Paolo Foti) e l’ex curatore fallimentare di Isochimica Giuseppe Teodosio.