Pasquale Manganiello – Il 5 maggio di ogni anno ricorre la “Giornata internazionale dell’ostetrica”, momento in cui la comunità mondiale delle ostetriche, nel celebrare la propria professione, richiama l’attenzione delle istituzioni sul contributo fondamentale che possono offrire per migliorare la salute della donna e della famiglia nelle varie età della vita.
La Coordinatrice ostetrica dell’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino, Raffaella Carratù,
ha raccontato ad Irpinianews emozioni, difficoltà e prospettive di un’ostetrica ad Avellino.
La carenza di personale ha colpito anche il reparto di Ostetricia del Moscati?
“Purtroppo ad Avellino, come in molte province italiane, c’è carenza di personale. Le poche risorse non ci permettono di sopperire completamente alle tante difficoltà. Per fortuna abbiamo un corpo ostetrico altamente qualificato, cerchiamo di dare tutta l’assistenza che la donna merita di avere. Stiamo istituendo corsi di accompagnameto alla nascita per permettere alle gravide di affrontare con più serenità e con più coscienza le varie fasi della gravidanza, il travaglio, il parto e il puerperio. Anche se altre realtà hanno più personale con lo stesso numero di parti da affrontare noi cerchiamo di offrire la migliore assistenza possibile.”
Com’è la situazione delle nascite ad Avellino?
“La situazione è difficile come in tutta Italia. Per quanto riguarda le nascite anche ad Avellino c’è stato un calo.”
Qual è il ruolo dell’ostetrica oggi?
“L’ostetrica di oggi non è solo quella che protegge il perineo al momento del parto, la figura dell’ostetrica è cambiata e si occupa di tutto il percorso della gravidanza come ci è consentito dalla legge, abbiamo più autonomia rispetto al passato: ci stiamo riappropriando del nostro ruolo. Come definito dal nostro profilo professionale l’ostetrica conduce e porta a termine parti eutocici con propria responsabilità e presta assistenza al neonato.”
Presso la struttura del Moscati possiamo annoverare un’eccellenza coma la TIN (terapia intensiva neonatale)...
“Io direi che un’eccellenza è l’intera unità ostetrico-neonatologica. Il nostro è un lavoro d’equipe, un ruolo è unito all’altro, non si possono scindere le due parti.”
Dopo tanti anni di esperienza in sala parto prova ancora la stessa emozione nel contribuire a far nascere una vita?
“Io penso che ostetriche si nasca e che la natura di questo lavoro faccia parte di sè anche quando si smetterà poi di lavorare. Dalla prima volta ad oggi per me non è cambiato nulla, assistere alla nascita di una vita, partecipare, contribuire ed aiutare a venire al mondo è qualcosa di indescrivibile.”
Cosa consiglierebbe alla nuova generazione di ostetriche?
“Ci sarebbe tanto da dire alle nuove leve. Quello che mi sento di consigliare è di mettersi sempre al posto della persona che stanno assistendo e di porre la propria umanità al centro di tutto, la donna e il bambino devono sempre essere al centro del nostro lavoro. Noi siamo delle persone che supportano e confortano chi si appresta a diventare mamma.”
Ad oggi tante sono le iniziative che intendono sostenere fortemente la presenza dell’ostetrica nel percorso nascita, sin dall’inizio della gravidanza, ben prima quindi del parto, perché la donna possa conoscere e scegliere la professionista che la accompagnerà in un momento che sarà ricordato come il più bello della propria vita, anche grazie all’assistenza one-to-one ( quell’assistenza dove l’ostetrica può seguire una donna ed una sola, cosa che, al momento, non è sempre possibile), avendo con lei instaurato un clima di piena fiducia e di empatia, dove i dubbi, le paure, le richieste saranno state eviscerate e definite.