Sel: “Trasporti, acqua, rifiuti sotto attacco. Ma la Provincia è assente”

0
202
sel
sel

Trasporti, acqua, rifiuti (per non parlare di sanità ed assistenza) sono in Irpinia sotto attacco ed esposte a voraci e pervasive spinte privatistiche.

L’AIR, unica azienda di trasporto pubblico su gomma in ambito regionale coi bilanci in attivo, è stata messa sul mercato per essere ceduta ai privati, cui fanno essenzialmente gola le linee produttive per Fisciano, Napoli e Roma.

Il rischio che attraverso la privatizzazione si corre è quello di un peggioramento del servizio di collegamento verso i piccoli comuni della nostra provincia e di una lievitazione ulteriore dei costi a carico dei cittadini.

Nel servizio idrico proseguono le manovre per la costituzione dei vari livelli dell’ATO unico regionale e per conseguire nel nostro distretto (Irpinia-Sannio) l’obiettivo dell’accorpamento delle gestioni esistenti che di fatto aprirebbe, come tante volte si è detto, la strada a quei privati (Caltagirone, Veolià) che sono dentro Ge.Se.Sa ed ACEA.

La costituzione dell’ATO unico regionale espropria i territori e le comunità locali di ogni potere decisionale per consegnarlo nelle mani delle segreterie dei partiti (anzitutto il Pd) e delle lobby di potere.

Resta clamorosamente tradito il pronunciamento referendario del 2011 che vide il popolo italiano esprimersi a stragrande maggioranza per la gestione pubblica del servizio idrico nel mentre avanzano logiche di gestione che puntano a produrre profitti piuttosto che ad erogare servizi efficienti e socialmente sostenibili ai cittadini.

Ma è sul fronte dei rifiuti che in provincia si stanno vivendo le maggiori difficoltà ed è tornata l’emergenza. In più della metà dei comuni della provincia il servizio di raccolta dell’umido procede ad intermittenza perché mancano i siti di conferimento.

Una ulteriore emergenza che si aggiunge ad una instabilità ricorrente nella gestione del ciclo dei rifiuti che chiama pesantemente in causa i deficit gestionali della società pubblica “Irpiniambiente”, il ruolo non proprio positivo esercitato da alcuni privati che continuano a conservare il controllo di pezzi significativi del ciclo stesso, l’assenza di un’azione di programmazione e di indirizzo da parte della Provincia.

L’ente presieduto da Gambacorta non è andato oltre l’esercizio di un ruolo di garante dell’equilibrio tra i diversi soggetti in campo: la Regione, “Irpiniambiente”, i privati.

Negli anni scorsi i cittadini, oltre a sostenere il costo del servizio di raccolta e smaltimento, hanno pagato l’addizionale prevista per la realizzazione dell’impiantistica necessaria a realizzare un circuito efficiente di recupero e smaltimento dei rifiuti in ambito provinciale. Ad oggi, però, siamo ancora al punto di partenza ed è stato disperso anche il positivo lavoro fatto dall’Assessore all’ambiente Bruno Fierro che aveva portato all’approvazione del Piano Provinciale dei rifiuti. Manca il sito di trasferenza per i rifiuti della città e dell’Hinterland e mancano gli impianti per il trattamento dell’umido e il compostaggio.

Non essendoci un piano per l’impiantistica cui attenersi si procede con provvedimenti estemporanei ed occasionali.

Dalla Regione hanno pensato di risolvere il problema con una determina che amplia le capacità ricettive dello S.T.I.R. e con la individuazione, senza verifica dei requisiti oggettivi e funzionali, di due siti per la realizzazione di due impianti industriali per il riciclo della frazione umido-urbana.
L’ampliamento dello S.T.I.R., che comunque accresce il carico inquinante di un impianto tante volte segnalato dalle popolazioni circostanti per la emissione di odori e miasmi insopportabili e che insiste in un’area già fortemente gravata da tante emissioni inquinanti, è finito all’attenzione della Magistratura ed ha visto prodursi la ferma opposizione delle popolazioni e di numerose amministrazioni locali che hanno già deliberato il ricorso al TAR.

I siti per il compostaggio di Chianche e di Conza stanno producendo l’attiva opposizione delle popolazioni interessate, degli operatori agricoli e dei viticultori e di tutti le associazioni ambientaliste presenti sul territorio. Sia l’una che le altre sono decisioni sbagliate che vanno nettamente contrastate in tutte le sedi.

Sinistra italiana sostiene, perciò, la mobilitazione in corso dei territori e degli amministratori locali, dei cittadini e delle associazioni ambientaliste interessate.

Dall’insieme di queste situazioni emerge con nettezza la condizione di abbandono del territorio e delle comunità locali della nostra provincia. La Regione è lontana, con la testa e gli occhi ad altre aree (Salerno e Napoli in primo luogo), i rappresentanti irpini in seno al Consiglio regionale sono distratti e non riescono ad incidere, gli organismi amministrativi (AATO) che si vanno costituendo sono eccessivamente burocratici e come tali non sono in grado di tutelare i cittadini, la Provincia – questa Provincia di secondo livello priva di investitura democratica – non è in grado di esercitare alcuna funzione di raccordo e di rappresentanza delle ragioni dei territori.

Sono funzioni che dovrebbero essere tipiche di un ente intermedio espressione di area vasta ma, come i fatti hanno dimostrato, in nessuna delle materie sopra richiamate si è segnalato un protagonismo attivo della Provincia e del suo Presidente.

Dopo la bocciatura della proposta di deforma costituzionale del 4 dicembre scorso le Province non potranno più essere soppresse in quanto enti di rilevanza costituzionale, ma sarebbe un errore nonché un inutile spreco di risorse pubbliche lasciare in piedi l’attuale impianto di secondo livello.

Adesso è necessario dare seguito al pronunciamento popolare con una specifica iniziativa legislativa capace di restituire agli elettori il potere di scegliersi i propri rappresentanti e di favorire il ritorno a Consigli provinciali e a Presidenti di Provincia eletti dal popolo e che al popolo rispondono del proprio operato.

Così, il Coordinamento provinciale Sinistra Italiana, in una nota.