Questa è la Grecia, ma quanto è distante l’Italia? Da questa riflessione parte la battaglia di Sinistra Ecologia e Libertà che questo pomeriggio ha tenuto un’iniziativa al Circolo della Stampa per puntare i riflettori sulle condizioni della Sanitá in Campania.
“Forse è un paragone estremo – dice Salvatore Vozza, coordinatore regionale di SeL – ma l’Irpinia, la Campania così come tutta l’Italia hanno subito una politica di risanamento folle proprio come in Grecia. Solo che qui abbiamo iniziato con la Sanitá e quando i cittadini non possono più curarsi, rinunciare al diritto alla salute dice molto sul livello di civiltà di una nazione”.
L’obiettivo di Sel è costruire un centrosinistra fondato sui contenuti che metta in luce la malapoltica del Governo regionale. “Se Caldoro compare tra i governatori più popolari d’Italia è perché in Regione non c’ è stata un’opposizione da parte delle forze presenti – spiega Raffaele Aurisicchio, coordinatore provinciale di SeL – È giunto il momento di combattere per una sanità più giusta nel rispetto del diritto alla salute”.
Giuseppe Carillo insieme alla segreteria provinciale ha redatto un documento in cui dimostra come le condizioni del servizio sanitario in Italia sono notevolmente peggiorate, anzi nel 2012 il rapporto tra la spesa per la Sanitá ed il Pil in Italia è stato al 7,3%, rispetto alla Grecia che è al il 6%.
“In Campania – esordisce Carillo – Caldoro vanta il risanamento della sanità regionale e la possibilità di superare il commissariamento e uscire dal Piano di Rientro, ma se è vero che negli anni dal 2007 al 2012 le perdite passano dai 900miliomi del 2007 ai 120 del 2012 è anche vero che il risultato sta in larga misura nel taglio al personale e nella farmaceutica”.
Ma soprattutto se da una parte i conti tornano, dall’altra aumenta il peso dei tickets per i cittadini: “I cittadini campani – aggiunge Carillo – sopportano il peso del disavanzo con 100 milioni annui di tickets, di cui oltre il 60% arrivano da prestazioni rese da privati accreditati e solo il 40% da strutture pubbliche, questo vuol dire che si fidano più delle strutture pubbliche a causa del fatto che non riescono ad accedere agli ospedali pubblici per via delle lunghissime liste d’attesa”.
Parole amare anche per il direttore dell’Asl Sergio Florio e per Pino Rosato, manager del Moscati a fronte dei 750milioni che vengono spesi annualmente per la Sanitá in Irpinia. “Se i risultati di esercizio del 2012 sono negativi – incalza l’ex coordinatore cittadino di Sel – qualcuno deve rendere conto. Cosa significa? Qual è la qualità di assistenza che viene fatta? Su questo i manager devono essere chiari a cominciando col pubblicare tutti i dati delle liste d’attesa”.
Per rispondere a questa grave crisi che attanaglia la sanità pubblica, Sel ritiene opportuno mobilitare tutte le risorse disponibili a rilanciare il Sistema sanitario pubblico provinciale ponendo la necessità di un’alleanza per la buona sanità che coinvolga categorie professionali, operatori sanitari, sindaci e lavoratori. Ma soprattutto per Vozza la strada da seguire è concentrare gli investimenti nel pubblico per una sanità più equa. “Le poche risorse disponibili – conclude – vanno spese iniziando dal rivedere il rapporto che esiste con la sanità privata. Il fatto che la Campania non privilegia la sanità pubblica rispetto a quella privata è qualcosa di veramente insopportabile che penalizza tutti i cittadini”. (di Rosa Iandiorio)
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