Scuola, i sindacati: il maxi-concorso non s’ha da fare. “Lasciamo tranquilli i nostri studenti, la situazione già è a rischio così”

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Alfredo Picariello – Sono stati, con bandiere e striscioni, davanti alle prefetture d’Italia, Roma, Napoli e Firenze, Torino, Bologna, Modena, per dire che il prossimo concorso straordinario sulla scuola non s’ha da fare. Ad Avellino, la pioggia non ha fermato il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori precari della scuola, guidati dai sindacati.

Erika Picariello della Flc Cgil, Salvatore Bonavita della Cisl Scuola e Antonio D’Oria della Uil Scuola Rua, hanno consegnato nelle mani del capo di Gabinetto della Prefettura di Avellino una lettera per rappresentare al Governo il disagio di chi vive, giorno dopo giorno, l’istituzione scolastica in prima persona.

“Con grande difficoltà – è scritto nel testo – docenti, dirigenti, collaboratori scolastici moltiplicano gli sforzi di contenimento del contagio ma a partire dal 22 ottobre e fino al 16 novembre una nuova sfida renderà più complicati i loro sforzi, a causa dello svolgimento di una prova concorsuale per titoli ed esami riservata a 64.000 docenti già titolari, da almeno tre anni, di contratti a tempo determinato, che si riverseranno in orario non di lavoro nelle scuole per concorrere per uno dei 34.000 posti di ruolo ad essi promesso dal bando del 28 aprile 2020”.

“La prima cosa che abbiamo voluto dire al capo di Gabinetto – sottolinea Erika Picariello – è che, se il Ministro Azzolina non vuol parlare con i sindacati, cosa che sta facendo, noi proviamo a parlare con il Governo tramite le Prefetture. Questo concorso non andava bandito, è fuori luogo sia per la fase critica che stiamo attraversando, sia per il modo. Non c’è nessuna ragione plausibile alla base di tutta questa fretta. Chi vincerà il concorso, non entrerà in ruolo prima del settembre del prossimo anno. In questo modo – continua Picariello – si mette a repentaglio un sistema, quello della scuola, che è l’unico che sta contenendo il disagio grazie al lavoro dei mesi estivi. Si mette a dura prova un sistema facendo viaggiare in tutta Italia 64mila persone. Sarebbe la goccia che fa traboccare un vaso precario, fatto di trasporti gestiti male, screening e tamponi che non sono partiti. Così la scuola rischia di non reggere al virus, soprattutto in Campania”.

Non le manda a dire Buonavita. “Tutto questo che sta accadendo fa comprendere quanto sia inadeguato il Ministro. Non è possibile che un corpo intermedio così importante come il sindacato, sia totalmente ignorato”.

In Irpinia, i precati in “lotta” sono circa 300. “Lasciamo tranquilli i nostri studenti, non ci sono le condizioni per tenere il concorso in sicurezza”, sottolinea D’Oria della Uil.

Le organizzazioni sindacali, dunque, segnalano la necessità di bloccare lo svolgimento delle prove “sia per le conseguenze che l’esposizione al contagio potrebbe avere anche nelle classi di titolarità al momento del rientro nelle scuole dei candidati, sia per la mancata previsione di prove suppletive che impediscono ai candidati, alcuni già segnalati, in situazione di quarantena, in malattia con sorveglianza sanitaria o, infine, in isolamento fiduciario, di partecipare all’unica sessione concorsuale prevista, perdendo così l’occasione di una stabilizzazione attesa da anni, dedicati con abnegazione ed impegno alla scuola”.

“Prevalga il buon senso, il concorso si faccia la prossima primavera”, dice ancora D’Oria. Come in tutte le province italiane, anche in Irpinia la situazione scolastica, in generale, si “salva” soltanto grazie all’impegno di chi ci lavora. “La scuola sta reggendo grazie ai dirigenti, ai docenti, a tutto il personale”, dice ancora D’Oria. “Ma non bisogna nascondere che i dirigenti sono stati lasciati soli. I famosi banchi ancora non ci sono, i sistemi di sicurezza sono quelli che sono”.

“Il sistema scuola va bene, è il sistema intorno che non va”, rincara la dose Picariello. “Abbiamo invitato il Prefetto a coinvolgere i sindacati, perché non è più possibile assistere a quelle scene dei mezzi di trasporto super affollati, ad esempio. Inoltre, tutta la popolazione scolastica va monitorata costantemente, con screening e tamponi”.