Scosse Valle Ufìta, parola all’esperto: “Fenomeno non raro nelle nostre zone”

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Ben otto scosse di terremoto, seppur di lieve entità, si sono susseguite dalle 11:35 fino alle 21:06 di ieri in Irpinia nell’area della Valle Ufìta. Tutti i magnitudo sono stati classificati dai sismografi dell’Ingv tra l’1.1 e l’1.7, soltanto il sisma delle 14:52 ha superato la scala di 2.0. Proprio quest’ultimo, probabilmente anche a causa della superficiale profondità (ipocentro a due chilometri), è stato avvertito dalla popolazione di Mirabella Eclano, sede dell’epicentro.

In relazione all’attività tellurica registrata abbiamo consultato il parere di un esperto, ovvero quello del professor Gaetano Festa, avellinese, geofisico e docente di Fisica della Terra e dell’atmosfera all’Università degli Studi di Napoli Federico II.

“Si tratta di diversi eventi di cui soltanto uno leggermente più importante degli altri – spiega il docente -, gli altri sono tutti di magnitudo abbastanza piccola, percettibile soltanto dalla nostra rete sismica. Terremoti del genere si ripetono nelle nostre zone ogni 3 o 4 mesi, per cui è prematuro parlare di attività sospetta”.

Probabile il verificarsi di altre lievi scosse nei prossimi giorni. “Normalmente frequenze del genere si esauriscono in breve tempo – continua il professore -, ma per caratterizzare eventuali comportamenti anomali bisogna capire come si evolve la sequenza dei terremoti su più giorni”.

Fondamentale il monitoraggio in questi casi. “Sul nostro territorio tale attività è assicurata dall’Ingv, presente con 5-6 stazioni tra cui la sede di Grottaminarda, da noi dell’Università di Napoli con una trentina di stazioni tra Irpinia e Basilicata e dalla Protezione Civile. La maggior parte di quest’attività sismica viene registrata in quella che è comunemente definita come l’area del Cratere (Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania, ndr).

E sul reale rischio sismico in Irpinia, Festa precisa: “Sappiamo bene la pericolosità della nostra zona, la scala è massima in Italia e la probabilità non sono diverse da zero. Per fronteggiare terremoti di scala più alta è opportuno migliorare le nostre costruzioni ma è altresì fondamentale la giusta risposta al rischio da parte dei cittadini”.