Rosetta D’Amelio, poco prima della Direzione nazionale che deciderà le sorti del Pd per i prossimi mesi, chiarisce la sua posizione in merito alla probabile scissione che confinerà una parte abbastanza ampia della minoranza Pd (stanno per sorgere due nuovi gruppi parlamentare tra Camera e Senato, circa 60 fuoriusciti tra deputati e senatori) in un nuovo movimento politico di sinistra. Se per Roberto Speranza ed Enrico Rossi la linea sembra già chiara, deve ancora sciogliere le riserve Michele Emiliano, il quale nell’ultimo intervento in Assemblea ha lasciato trasparire un’ambiguità di fondo nel suo discorso e, in particolare, nel “cinque” a Renzi al momento del saluto.
“Tra poche ore parteciperò a una decisiva Direzione nazionale del Partito Democratico – scrive su facebook la presidente del Consiglio Regionale, Rosetta D’Amelio – ho riflettuto molto in questi giorni sul futuro del mio partito, quello che ho contribuito a far nascere e crescere. Ho preferito tacere, consapevole che noi democratici stiamo attraversando una fase delicata e che le nostre scelte si rifletteranno anche sul Paese. Non nascondo però che sto vivendo il prendere forma della scissione con grande travaglio interiore”.
“Un tormento che solo chi crede nella politica e ha dedicato a essa tutta la vita può comprendere – continua – quando un rapporto si interrompe, si è sempre in due a sbagliare: ed è indubbio che errori siano stati commessi sia dalla minoranza che dal segretario in questi ultimi mesi. Ma il PD è la mia casa, è la nostra casa dove intendo restare. È un progetto figlio della nostra convinta adesione a un’idea nuova e moderna di partito che tiene insieme la cultura laica, di #sinistra e quella cattolica. Non voglio rassegnarmi rispetto all’ipotesi di un PD privo di esperienze, sensibilità e visione di una parte della sua sinistra: sarebbe doloroso e rischierebbe di snaturare il progetto con il quale è nato.”
“Lo sarebbe ancora di più – conclude la massima carica istituzionale irpina in Regione Campania – perché resto convinta di quanto sostenevo negli anni ’70, giovane universitaria affascinata come molti dalla spinta rivoluzionaria dei movimenti studenteschi: che la sinistra aveva bisogno di farsi portatrice dei valori democratici e di uguaglianza sociale all’interno di un grande partito di massa, rifuggendo chiusure ed esperienze di sola testimonianza, spesso minoritarie. Resto convinta di ciò ancora oggi perché il Paese ha bisogno del Partito Democratico e il PD ha bisogno di restare unito per continuare a rappresentare la società nella sua complessità. Spero ci siano ancora i margini per ritrovare ragioni comuni nello stare insieme.”
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