Schiuma bianca nel torrente solofrana, Legambiente: “Serve maggior controllo”

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Negli ultimi giorni, la bianca schiuma del Torrente è ritornata ad essere protagonista della Valle Solofrana. In campo, monitoraggio dei cittadini, comitati organizzati, spontanei e momentanei, dossier, dati Arpac, segnalazioni, denunce e inchieste.

Legambiente, dal 2014, con un’azione crescente di citizen science di monitoraggio volontario e di coinvolgimento delle comunità locali ha redatto dossier con i dati LIMeco (indice sintetico introdotto dal D.M. 260/2010 per la determinazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua) sul Bacino del Fiume Sarno.

“Il monitoraggio svolto – si legge in una nota del Circolo legambiente Valle Solofrana – non vuole assolutamente sostituirsi o compararsi con quello realizzato dall’Arpac, soggetto pubblico deputato, ma rappresenta solo una istantanea, contemplando solo alcuni indicatori, per giungere e fornire a TUTTI informazioni e spunti per la ricerca delle cause dell’inquinamento nella più ampia prospettiva del perseguimento della sicurezza e della qualità ambientale come previsto dalle Direttive Europee “Acque” e “Alluvioni”.

Ma cosa manca? Cosa ancora necessita? Cosa ancora dobbiamo attendere per capire cosa sta accadendo? La questione Burberry, legata al depuratore, che nelle scorse settimane ha monopolizzato l’attualità ha messo in luce i ritardi che l’impianto di località Carpisano di Solofra ha in termini di adeguamento. In quel caso è scattato subito l’interessamento in difesa dell’immagine “Solofra”, che produce, arrivando in Regione Campania e invocando aiuto, con risposta di impegni e finanziamenti (da non perdere di vista). Allora dobbiamo chiedere, sempre, maggiore controllo e collaborazione perché tutti dobbiamo essere partecipi e coinvolti.

Non stiamo accusando nessuna categoria, ma “in nome del popolo inquinato” riteniamo che non è stata la griffe di moda a ledere “Solofra”, ma chi ripetutamente con le proprie attività lavorative e quotidiane non la rispetta e non la ama, soprattutto non rispetta l’intera valle senza limiti amministrativi, poiché ambiente e salute non hanno confini.

Non ci sono task force che reggono, senza la reale volontà di TUTTI, ad intervenire e ad agire per le proprie possibilità, competenze e doveri. Rinnoviamo, infine, la piena fiducia al lavoro delle forze dell’ordine, che con la legge sugli ecoreati (l.68/2015), hanno nuovi strumenti per la lotta alle illegalità ambientali”.