Scandone, è l’ora della svolta. Ad Udine in cerca di continuità

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Prossima avversaria della Scandone è Udine. Gli arancioni del presidente Edy Snaidero sono andati vicini all’impresa sabato scorso al Pala Lido di Milano contro l’Armani Jeans. La squadra friulana ha dominato per 3 quarti, per poi farsi recuperare nel finale. Pancotto ha recriminato, in primis sul numero dei tiri liberi tirati dalle due squadre. La differenza per il coach di Porto San Giorgio è tutta nei tiri dalla lunetta, tentati e segnati. L’Armani Jeans ha fatto 30/34, Udine 13/18. Questo ha condizionato secondo Pancotto la gara. I friulani possono però essere soddisfatti dell’andamento dell’incontro, sono riusciti a tener testa ad una formazioni che ha più qualità, candidata alla vittoria dello scudetto. In difesa c’è stata qualche lacuna nell’uno contro uno, subendo troppi punti nell’area colorata. In attacco, invece, la palla si è mossa poco, non riuscendo ad alternare il gioco dentro fuori. Avellino troverà una formazione in saluta, con la voglia di riscattarsi e che in casa è stata fino ad ora quasi infallibile. La SnaideroNapoli, Climamio Bologna e Montepaschi Siena. Strong e compagni dovranno adesso trovare un minimo di continuità. Fare risultato fuori casa è essenziale. Da qui all’inizio di aprile tra gare saranno disputate fuori casa. Quella del primo aprile sarà giocata a Teramo contro una squadra che ha tanto talento ma anche molto incostante. Dopo aver visto la gara di domenica viene da chiedersi che posto avrebbe occupato la squadra di Boniciolli se non ci fossero stati così tanti infortuni e se qualcuno fosse rimasto in biancoverde fino alla fine del campionato. Una squadra sana, così come era stata costruita inizialmente, avrebbe potuto occupare una posizione di centro classifica. Questo perché le caratteristiche di Capel si sposavano a meraviglia con Jamison. Radulovic, in Irpinia da un mese, è stato un colpo di fortuna. Il suo contributo sta aiutando Avellino a risalire la classifica. Sarebbe stato interessante vedere in biancoverde ancora Pecile. La guardia nel reparto esterni offriva una sicurezza e una qualità che non è stata completamente rimpiazzata. Darby, Zimmerman e Petrov, tutti buoni giocatori, ma nessuno dello stesso livello. L’uomo del mistero della squadra avellinese è senza dubbio Ramel Curry. Ma qual è la vera guardia americana? Quella che mette a segno 29 punti contro Napoli con il 91% dal campo, o quella che raspa nel finale con Varese? Di sicuro senza problemi fisici il ‘religioso’ Curry avrebbe mostrato un maggior contributo. Anche Rossetti, pienamente recuperato, ha fatto vedere che può essere una buona seconda linea in un team di medio livello di lega A, su entrambi i lati del campo. Il toscano è stato protagonista delle vittorie con Capo d’Orlando e Napoli. In Sicilia ha bloccato Alvin Young e messo la bomba che ha spaccato la partita. Nel derby la sua presenza si è sentita. È entrato in partita con un tap-in vincente, a rimbalzo con le sue lunghe leve ha dato un mano a Jamison e Radulovic, mettendo poi la bomba del più 14. Levandosi lo “sfizio” di stoppare Rocca. Un gesto atletico che nessuno si aspettava e che resta negli occhi dei tifosi biancoverdi.(di Giovanni La Rosa)

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