“La notizia della ipotizzata vendita da parte del Comune di Avellino del Victor Hugo all’ATO lascia davvero basiti”. Così scrive Vincenzo Sbrescia, Coordinatore per la Città di Avellino del Movimento ambientalista “Fare ambiente”.
“E la generale levata di scudi che si è registrata da parte della cultura e della stampa irpina, (oltre che da una parte del mondo politico) – continua – rappresenta di certo un elemento positivo che fa ben sperare affinchè l’amministrazione comunale non proceda in questa assai discutibile operazione di vendita. Il Palazzo Victor Hugo rappresenta uno dei principali monumenti della nostra Città; un edificio di grandissimo valore architettonico e culturale che si lega intimamente all’identità della nostra Città. Il Victor Hugo (e nel suo ambito lo straordinario Centro di ricerca Guido Dorso, autentico faro del sapere) custodisce le biblioteca dell’illustre meridionalista irpino, ma conserva, altresì, i libri di Carlo Muscetta, la biblioteca di Vittorio De Capraris; ossia di alcuni dei più prestigiosi rappresentanti della cultura irpina e nazionale del 900. Anzi, sarebbe auspicabile destinare l’intero edificio alle attività culturali, trasferendo l’ATO e gli uffici comunali lì allocati (ad eccezione dell’archivio storico) in altre sedi tra cui il Convento San Generoso (un tempo sede dei vigili urbani). Sarebbe necessario, altresì, ampliare, ad esempio, gli spazi del Centro Guido Dorso, (che, per mancanza di spazi, è costretto a conservare negli scatoloni moltissimi volumi e prestigiose collane di riviste) e rilanciare il ruolo del Victor Hugo come “Palazzo della cultura europea e meridionalistica, riservando l’intero edificio alle attività culturali. Non va dimenticato, infatti, che questo splendido edificio, posto nel cuore del centro storico, costituisce un formidabile centro europeo di cultura, data la presenza al suo interno di storiche associazioni culturali (tra cui l’associazione italo francese, l’associazione italo tedesca e quella britannica) che, in questi anni, hanno meritoriamente lavorato per legare la dimensione culturale cittadina alla dimensione culturale europea ed internazionale. Questo splendido palazzo rappresenta in sé un simbolo della Città; costituisce, cioè, uno dei principali luoghi di produzione del sapere ed al tempo stesso testimonia la storia e l’identità culturale di questa Città. Anche per queste ragioni non può essere svenduto per “fare cassa” e per reperire le risorse necessarie per restaurarlo, data la condizione di colpevole degrado, di incuria e di abbandono in cui versa. Piuttosto, se il Comune di Avellino ha la necessità di recuperare risorse da destinare al restauro del magnifico Palazzo in cui soggiornò Victor Hugo bambino, sarebbe auspicabile la vendita del “Mercatone”, previa la modifica della destinazione d’uso, in modo da consentire al Comune di incassare la cifra più alta da un possibile investitore privato interessato ad acquistare il grande edificio posto tra Piazza Libertà ed il Ponte della Ferriera. Potrebbe essere questa una valida alternativa per ottenere il migliore risultato possibile per restaurare lo storico edificio e risolvere, nel contempo, l’annosa questione del Mercatone.
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