Sbrescia: “Manganelli servitore eccezionale dello Stato”

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  Cosi Vincenzo Sbrescia, Vice Presidente di Italia Futura Irpinia:
“L’improvvisa scomparsa del Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli, lascia un vulnus profondo nel nostro Paese che ha potuto contare sulla sua straordinaria capacità investigativa, sulla sua profonda competenza e sul suo eccezionale senso dello Stato. Il Prefetto Manganelli si colloca, a pieno titolo, nella costellazione degli illustri Grand Commis di Stato della storia repubblicana. Numerosi e di grandissimo prestigio sono stati i ruoli ricoperti da Antonio Manganelli al vertice della Polizia di Stato. Dirigente del Servizio Centrale Operativo, Questore di Napoli e di Palermo, Prefetto di prima classe, Vice Capo della Polizia e Direttore generale della Pubblica sicurezza. Il suo grande equilibrio, la sua autorevolezza e l’eccezionale determinazione hanno fatto del Capo della Polizia di Stato, Antonio Manganelli uno dei punti di riferimento più alti del nostro Paese. Il suo raffinato intuito investigativo, la sua capacità di coordinamento, la sua efficacissima azione strategica hanno consentito di contrastare in modo decisivo le attività del crimine organizzato e non.  L’Italia gli deve molto. E’ stato un vero servitore dello Stato, ma Antonio Manganelli non dimenticò mai le sue fiere radici irpine ed il suo profondo legame con la Città di Avellino. Ricordo che nel maggio del 2008, a brevissima distanza dalla sua nomina a Capo della Polizia, il Prefetto Manganelli era stato invitato dal Questore Antonio De Jesu a partecipare ad Avellino al 156° anniversario della Polizia di Stato. Appresa questa notizia, proposi al Sindaco Galasso di invitare in Municipio il Dott. Manganelli che, per la prima volta, avrebbe partecipato ad un evento nella sua Città natale nella veste ufficiale di Direttore generale della Pubblica sicurezza. Fu così che il 17 maggio 2008 il Capo della Polizia arrivò in Municipio. Avemmo – insieme a diversi colleghi Consiglieri, Assessori ed al Sindaco – un colloquio molto intenso ed affrontammo, tra l’altro, questioni legate alle esigenze di sicurezza della nostra Città, alla luce delle copiose risorse finanziarie che il Comune aveva ricevuto per i progetti Pica. Manganelli ascoltava con grandissima attenzione le nostre valutazioni sulle difficoltà che viveva Avellino e sui progetti che riguardavano le prospettive di sviluppo territoriale del Capoluogo. Colsi l’occasione per avanzare al Prefetto Manganelli la richiesta di inserire anche la Città di Avellino nel programma di finanziamenti per la sicurezza e lo sviluppo del Mezzogiorno; programma varato dal Ministero dell’interno per finanziare con fondi europei l’installazione di impianti di videosorveglianza nel Sud Italia. Ricordo che Manganelli si rivolse subito al Questore De Jesu (presente anche lui all’incontro in Municipio) chiedendogli di predisporre un progetto e di inoltrarlo prontamente al Viminale per poter valutare l’esistenza dei requisiti necessari per inserire la Città nel programma ministeriale di sicurezza del territorio. Già nell’autunno del 2008 seppi che il progetto era stato inserito tra le opere finanziabili dal Viminale e fui felice perché, grazie al decisivo impegno del Capo della Polizia, si andava a realizzare un progetto che avrebbe elevato il livello di sicurezza della nostra Città. Durante la summenzionata conversazione in Municipio, Egli ricordò la straordinaria testimonianza di Giovanni Palatucci, l’ultimo Questore di Fiume morto a Dachau. A tal riguardo, il Prefetto Manganelli sottolineò, con orgoglio, di essere stato tra i primissimi a leggere le bozze del libro dedicato a Palatucci dal compianto giornalista e storico irpino Goffredo Raimo (che lui chiamava affettuosamente “Goffredone”). Manganelli era un noto tifoso dell’Avellino, le cui imprese sportive venivano da lui seguite costantemente attraverso la radio. Il Capo della Polizia ha portato sempre nel cuore Avellino, che ha onorato con il suo impegno e la sua intensa ed instancabile azione al servizio delle istituzioni”.

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