Savignano – Scatta l’ora X. L’11 e il 12 giugno passeranno alla storia come le date in cui sono state decise le sorti del destino territoriale di Savignano Irpino: un popolo, una comunità decideranno se passare ad altra provincia e ad altra regione. Un evento, unico caso del Sud e quinto caso in tutta Italia, che lascia maturare nuove riflessioni. E’ arrivato, tra le polemiche e gli assordanti silenzi, il giorno del referendum. I cittadini sono chiamati alle urne per decidere se annettersi definitivamente al territorio pugliese, così come era in passato, o restare nella provincia irpina. “Una scelta dura e per tanti aspetti dolorosa. Ma necessaria”. In questi termini era stata commentata la vicenda dal sindaco Oreste Ciasullo, che intendeva evidenziare come la richiesta del referendum rappresentasse sostanzialmente una dura risposta ‘rispetto a scelte poco condivise’. Chi ha seguito le vicende di Savignano ricorda infatti come la questione sia nata all’indomani della decisione assunta, dalla Provincia prima e dal Commissariato poi, per realizzare in Contrada Ischia una discarica di fos e sovvalli. E’ stato allora che la popolazione ha deciso di assumere una posizione dura ed inoltrare la richiesta. Una richiesta approvata all’unanimità in Consiglio e sottoposta successivamente all’attenzione della Corte di Cassazione che l’ha evidentemente accolta. Ma molto probabilmente più che una decisione maturata e ponderata si trattava semplicemente di un campanello d’allarme per sollecitare una politica in alcuni casi sorda rispetto alle richieste avanzate. Realizzare una discarica di fos e sovvalli avrebbe significato sottoporre l’Ufita “all’ennesimo scempio”. Si sarebbe trattato, infatti, della terza discarica nello stesso territorio, peraltro “… stanco di essere ricordato solo per ovviare problemi di tale portata”. Non poche, infatti, sono state le frecciate dirette a colpire una presunta disattenzione della politica locale rispetto ad un caso di rilievo a tratti sottovalutato. Quasi a voler dire… le ‘cose’ di casa nostra hanno catalizzato l’attenzione delle istituzioni locali lasciando cadere nell’oblio un atto tanto estremo. Ma se da un lato qualcuno sembra aver dato prova di dimenticanza, dall’altro c’è chi ha provato a richiamare l’attenzione sul caso Savignano e in particolar modo sull’alone di silenzio ‘incomprensibile’ ed ‘ingiustificabile’ che ha avvolto la questione. Non a caso aveva puntato l’indice su questo stato di cose l’ex presidente della Provincia Francesco Maselli: “Mi meraviglia – aveva spiegato – l’atteggiamento di indifferenza del mio partito. Primo perché guidato, a livello provinciale, da chi pure aveva rassegnato le dimissioni da coordinatore provinciale per le vicende di Savignano. Meraviglia, poi, perché la Margherita in questi ultimi due anni ha speso molto del suo tempo a discutere sulle comunità, sull’esigenza di ricostituirne il senso, il ruolo, il significato con tutto ciò che ne deriva. E’ stato addirittura svolto un congresso su questi argomenti e poi… è diventato un argomento da esibire retoricamente e da smentire con comportamenti reiterati dei maggiorenti che, su questi concetti, hanno ricevuto la fiducia di molti di noi”. E se Maselli ha apertamente attaccato, Solimine ha invece mostrato la propria solidarietà e la vicinanza ad un territorio che è parte integrante dell’Irpinia e che ha il diritto di restare tale. Non è mancato, poi, l’intervento dell’assessore provinciale Marcello Zecchino, peraltro in passato anche oggetto di numerose accuse da parte dei suoi concittadini proprio in merito alla questione discarica. Una problematica risolta poi con una sentenza del Tar che ha rigettato l’istanza presentata dai comuni di Savignano e Panni. Notizia giunta solo da pochi giorni, quasi a voler dare maggior credito alla posizione assunta dai cittadini della Valle del Cervaro. Fatto sta che questi due giorni saranno il banco di prova di una Irpinia che assiste, si spera non inerme, alla modifica del proprio territorio. E tra le righe forse la comunità di Savignano lancia il suo ultimo appello. Un modo per “… riacquistare una dignità calpestata e non essere costretti a valutare gli aspetti positivi di una scelta comunque dolorosa”.
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it