Sanità in affanno in Irpinia: la denuncia arriva dalla UIL

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A seguito del Piano di Rientro da parte della Regione Campania ed il conseguente bloccovdel turn over, le strutture sanitarie in Irpinia non hanno potuto rimpiazzare le professionalità che avevano raggiunto l’età pensionabile. A distanza di oltre 10 anni dal Commissariamento la situazione nelle strutture sanitarie è diventata insostenibile per la mancanza del personale medico, infermieristico, assistenziale ed ausiliario.

“La riduzione del personale ha costretto gli operatori a turni massacranti, di Avellino – dichiarano la Coordinatrice dell’Area Medica Dott.ssa Filomena Taddeo e il Segretario Generale della UIL FPL Gaetano Venezia – spesso
non rispettando la normativa in vigore in ordine alle modalità di effettuazione della turnazione. A distanza di molti anni dalla riconversione di alcuni ospedali della Provincia di Avellino non si capisce perché non si sia ancora provveduto alla riorganizzazione della sanità territoriale in modo da evitare il ricorso al pronto soccorso, da parte della popolazione anche per patologie lievi, evitandone, di conseguenza l’affollamento né si è provveduto ad affrontare la definitiva sistemazione logistica dei presidi sanitari, tant’è che alcuni sono ancora sistemati in strutture provvisorie del terremoto del 1980, vedi Calitri e Montella, continuano i sindacalisti. Bene ha fatto il Presidente dell’Ordine dei Medici di Avellino a denunciare la situazione di emergenza che si sta vivendo nelle strutture sanitarie irpine. Viene condivisa come UIL FPL la richiesta all’ASL per il riconoscimento da parte della Regione Campania delle zone disagiate, al fine di avere maggiore personale sanitario, e la costituzione di una commissione permanente, alla quale la nostra Organizzazione Sindacale intende prender parte, che possa monitorare il sistema sanitario nella sua interezza ed interfacciarsi con il Commissario Governativo di prossima nomina, per la realizzazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) che dovranno garantire il livello minimo dei servizi in tutto il territorio nazionale da Nord a Sud”.