“Salva perchè si è finta morta. Ha saputo solo dopo che il suo Claudio non c’era più”

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“La ragazza è stata brava a fingersi morta, forse è stato quello a salvarle la vita”. Ai microfoni di Telenostra l’avvocato Luciano Trofa racconta la verità della 19enne coinvolta nel dramma che si è consumato l’altro giorno nel centro storico di Avellino.

Quella mattina la ragazza si era allontanata dalla casa di via Fosso Santa Lucia per andare a comprare le sigarette. Di ritorno nell’appartamento si è trovata di fronte ad uno scenario completamente diverso con Claudio a terra in una pozza di sangue. Aggredita e colpita con diverse coltellate al collo dal 32enne, ora in coma al Moscati, la ragazza è caduta a terra, fingendosi morta. “Questo l’ha molto probabilmente salvata”, sottolinea l’avvocato.

Poi, appena il 32enne si è distratto, è fuggita dall’appartamento, dando l’allarme. L’avvocato ha anche chiarito i probabili motivi per cui, almeno all’inizio, era girata la voce che nell’appartamento ci fosse un bambino. “Gridava hanno ucciso il mio piccolo, ma si riferiva al fidanzato…”, precisa il legale della giovane.

La ragazza non potrà dunque essere molto d’aiuto per le indagini, almeno per la ricostruzione di quei drammatici minuti che hanno scatenato la follia omicida del 32enne che si è poi lanciato dalla finestra dell’appartamento, dopo aver minacciato di far saltare la casa in aria ed essersi tagliato le vene. Gli agenti hanno sequestrato un coltello da cucina e uno con la lama più piccola. Il primo dovrebbe essere l’arma del delitto.

“La ragazza è, come facilmente intuibile, sotto choc. Ha vissuto un trauma che difficilmente dimenticherà. A quell’età l’amore si vive in maniera totale e coinvolgente. Lei – racconta l’avvocato al collega Ottavio Giordano – sperava che Claudio fosse solo ferito. La verità l’ha saputa solo dopo”.

Resta un mistero il movente, la scintilla che ha fatto precipitare la situazione fino all’omicidio. L’avvocato Trofa ha negato l’ipotesi di un possibile consumo di alcol e stupefacenti, altra pista che pure era emersa all’inizio. Esclusa fin da subito, o quasi, anche la pista passionale. “Tra la ragazza e il presunto omicida – precisa l’avvocato – non c’è mai stato nessun legame sentimentale, nè alcun rapporto. Non si conoscevano”.