Renato Spiniello – “A Lauro vigevano già restrizioni più stringenti rispetto al resto d’Irpinia, quindi il passaggio a zona rossa ci condiziona più a livello psicologico che fisico. E’ più un impatto visivo, considerato che ci siamo svegliati con i grossi blocchi di cemento posizionati alle uscite del paese”. Tra le oltre 3mila persone confinate nel comune valligiano a seguito dell’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca, anche il cronista Attilio Ronga, nota firma de Il Quotidiano del Sud.
Il comune bassirpino, da questa mattina, è la seconda “zona rossa” della provincia di Avellino, dopo Ariano Irpino, e la settima in Campania, visto che si va ad aggiungere ai comuni di Sala Consilina, Atena Lucana, Polla, Caggiano e Auletta.
L’istituzione della quarantena si è resa necessaria alla luce dell’aumento dei casi di positività al coronavirus, due nei giorni scorsi e altri 8 nella giornata di ieri, questi ultimi appartenenti a un unico cluster familiare. Una delle persone risultate positive è il titolare di un’attività nel centro del paese, molto frequentata, e potrebbe aver avuto contatti con almeno 200 persone tra fornitori e utenti. Da qui il “pericolo concreto di un ampio contagio” con la richiesta, da parte dello stesso sindaco di Lauro Antonio Bossone, dell’adozione “di una serie di misure ai fini del contenimento del rischio”. Richiesta accolta dal presidente della Giunta Regionale che ha blindato per 4 giorni l’intero territorio comunale.
“E’ normale che ci sia grande preoccupazione in questo momento – ci spiega il cronista – questa situazione mi fa venire in mente le note della canzone ‘Un Senso’ di Vasco Rossi: evidentemente anche noi stiamo cercando un senso a questa storia. La preoccupazione maggiore è che il virus ci colpisce da lontano, come un cecchino, e non riusciamo a vedere da dove parte il colpo”.
Ronga, tuttavia, accoglie favorevolmente la decisione di chiudere il paese: “Ci consentirà di avere maggiore sorveglianza da parte dell’Asl. Per quanto riguarda l’attività commerciale coinvolta, devo dire che venivano rispettate tutte le normative vigenti, e quindi il rispetto della distanza e l’utilizzo dei Dpi. Inoltre, tramite un apposito registro, venivano annotate tutte le presenze giornaliere. Questo agevolerà notevolmente l’indagine epidemiologia. Lo stesso esercente, infine, tramite i social, ha chiesto a clienti e fornitori di autosegnalarsi ai rispettivi medici curanti“.
Dall’altro lato del Checkpoint Charlie, Attilio Ronga continuerà a svolgere il suo lavoro: “Diciamo che adesso gioco in casa, quindi potrò raccontare più da vicino questa drammatica situazione. Dobbiamo cercare di fare il nostro meglio stando al sicuro e soprattutto senza mettere a rischio gli altri. Il lavoro continua e, citando nuovamente Vasco, ‘domani un altro giorno arriverà‘”.