INFOGRAFICA/ Referendum, la mappa del voto in provincia di Avellino

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Difficile scollegare l’analisi a livello locale in provincia di Avellino con le ragioni che a livello nazionale hanno portato alla netta vittoria del No al referendum del 4 dicembre 2016.

In Irpinia come in Campania come nel resto del Paese (eccezion fatta per Toscana, Emilia Romagna e Trentino, ndr), i quasi venti milioni di No che hanno bocciato la riforma costituzionale trovano la loro genesi nell’ostilità contro l’ormai ex premier Matteo Renzi e nell’invadenza mediatica delle ultime settimane dello stesso leader del Pd, così come è vero che ad incidere sul risultato finale è stata la strategia del No che – agitando lo spauracchio della deriva autoritaria – è riuscita a mobilitare milioni di italiani.

Analizzare dunque il voto a livello locale è impresa difficile, a maggior ragione perché non tutti coloro che hanno votato No sono contrari al governo Renzi e non tutti coloro che hanno votato Sì ne sono sostenitori.

A sostenere il No sono stati sostanzialmente tre schieramenti, quello del M5S, quello dei moderati del centrodestra e quello di sinistra (SeL e minoranza Pd).

A livello nazionale il M5s è sicuramente il partito che ha un consenso maggiore e che, proprio grazie all’esito del referendum, dovrebbe ottenere un balzo in avanti nei consensi popolari. Difficile però che questa avvenga anche a livello locale.

Chi invece in Irpinia è riuscito a recuperare consensi e voti è lo schieramento di centrodestra con le nette vittorie nella Ariano Irpino del presidente della Provincia di Avellino Mimmo Gambacorta, a San Nicola Baronia, Rocca San Felice, Rotondi, Pratola Serra e nel Vallo Lauro.

Bene anche il risultato del No nei Comuni di ispirazione UdC (ma nella Nusco di Ciriaco De Mita solo il 54%).

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La mappa del voto in Irpinia

Si diceva della bocciatura del fronte del Sì.

A livello locale il distacco è stato netto (61,3% il No contro il 38,7 del Sì il dato complessivo provinciale).

Basti pensare che nei Comuni di riferimento dei renziani della prima Leopolda – Montemarano (che in campagna elettorale ha ospitato addirittura il braccio destro di Renzi, Luca Lotti) e nella Frigento del deputato dem Luigi Famiglietti – il No ha vinto rispettivamente col 53 e il 57 per cento.

Anche a Villamaina, dove è sindaco la renziana Stefania Di Cicilia, a vincere è stato il No col 67%.

Non dice meglio al Pd neanche ad Avellino città. Rispetto alle regionali 2015, però, c’è da dire che nella città capoluogo il fronte filo governativo ha retto con 12mila Sì al Referendum, tanti quanti furono lo scorso anno i voti di lista (eccezion fatta per l’UdC,  schierata col No) pro De Luca (con l’aggiunta dei voti di Ncd, schierata col Si al referendum).

Seguendo questo ragionamento, ad Avella “mancano” 1700 voti, a Baiano e Cervinara circa 300 voti, mancano oltre 400 voti a Grottaminarda, 300 a Mugnano del Cardinale, quasi 1000 voti in meno a Lioni e 600 a Solofra (dove l’affluenza è stata del 69% a fronte del 51% in occasione delle regionali 2015).

A Lioni, terra del presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio, vince il No quasi col 60%.

Nel mandamento baianese è stato nettissimo il successo del No (ad Avella quasi il 73%).

Anche nei grandi Comuni irpini la bocciatura del Sì è stata consistente. Detto di Ariano Irpino, ad Atripalda, terra della deputata Pd Valentina Paris, il No ha vinto col 60%, a Solofra col 63%, a Montoro e Mercogliano col 60%, a Monteforte Irpino col 63%.

Infine, anche nei territori di riferimento di Scelta Civica (Volturara Irpina e Candida su tutti) ha prevalso il No così come nella stessa Montefalcione del deputato Angelo D’Agostino dove il No ha vinto col 64%.

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