Avellino – Sarebbero stati identificati i tre teppisti autori del pestaggio ai danni di un vigile urbano in borghese, intervenuto per sedare una rissa nei pressi di un centralissimo bar tra piazza D’Armi e via Verdi proprio ieri sera. Si tratterebbe di tre giovani, di cui uno con precedenti penali, identificati nella mattinata dalla squadra mobile di Avellino. Intanto, il vigile urbano, Domenico Pironti -che al momento dell’episodio si trovava in borghese presso il bar e peraltro fuori servizio- si trova ora ricoverato in prognosi riservata al Rummo di Benevento, data la gravità delle ferite riportate, che hanno letteralmente sfigurato il suo volto. “Lo si poteva riconoscere solo dalla voce”, ha dichiarato il comandante dei Vigili Urbani di Avellino, Carmine Tirri. Che sull’episodio non ha potuto fare a meno di esprimere il suo rammarico: “Un episodio brutto che dimostra ancora una volta come si siano persi i valori di una volta. Con questo non voglio di certo criminalizzare la città di Avellino – continua il Comandante – ma quando ero giovane questi episodi non si verificavano di certo. Non si andava nei bar ad ubriacarsi e commettere atti di violenza”. Un fatto di cronaca particolarmente grave se si pensa che a pagarne lo scotto è stato un uomo a dir poco ‘valoroso’: “Era in borghese, fuori servizio. Poteva fingere di non vedere quello che stava accadendo (i tre a quanto pare in stato di ebbrezza stavano dando adito ad una lite con un quarto soggetto, ndr), poteva farsi gli affari suoi. E invece il senso del dovere è prevalso in lui, ha cercato di sedare gli animi e alla fine è successo quel che è successo: è stato insultato e pestato”. Dunque, un plauso al coraggioso casco bianco, per il quale il Comandante Tirri annuncia che proporrà un degno riconoscimento.
La solidarietà dell’Udeur ai caschi bianchi
L’onorevole Pasquale Giuditta, la segreteria provinciale ed il gruppo consiliare dell’Udeur al Comune di Avellino, esprimono grande solidarietà al corpo delle guardie municipali del capoluogo ed al vigile urbano che, ieri sera, è rimasto vittima di una brutale ed inaudita aggressione all’interno di un bar del centro. «Speriamo innanzitutto che il vigile ricoverato possa riprendersi al più presto, guarire e tornare al proprio posto di lavoro. L’Udeur è vicino a lui, alla sua famiglia ed a tutti gli altri componenti del comando municipale che, ogni giorno, fanno il loro dovere con grande spirito di abnegazione e senso di lealtà. L’episodio dimostra, se ce ne fosse ancora il bisogno, quanto sia importante il compito che svolgono i vigili urbani di Avellino. Ma da soli i caschi bianchi, naturalmente, non bastano. Occorre mettere in campo un’azione sinergica per rendere ancora più sicura la nostra città e per tagliare, alla radice, la violenza che cresce e degenera sempre di più. Nel primo caso – prosegue il partito del Campanile – bisogna di nuovo aumentare i controlli, soprattutto serali, delle forze dell’ordine. C’è la necessità di serrare le fila. C’è poi l’esigenza pressante d’intervenire dal punto di vista culturale. Non è possibile allevare una nuova generazione che, per esprimere il proprio malessere, sfregia i simboli più importanti della nostra città, che siano essi monumenti o istituzioni. E’ arrivata davvero l’ora d’intervenire, dando pieno sostegno alle famiglie, il tessuto unico e primario da cui far scaturire una società sana. Bisogna essere vicini ai genitori, investendo di più sulle famiglie. Occorre investire di più sulle scuole. E, infine, bisogna mettere in moto un meccanismo virtuoso che faccia nascere in città luoghi e spazi di aggregazione per i nostri giovani».
Lisipo: “Più presidio sul territorio”
Il Libero sindacato di polizia (Lisipo) esprime sconcerto per l’episodio di violenza verificatosi in pieno centro ad Avellino. E chiede un maggiore presidio del territorio contro episodi criminali che si sono consumati in pieno centro. E chiede a riguardo l’intensificazione di pattuglie preposte alla vigilanza del territorio “che va necessariamente difeso” anche attraverso l’istituzione di una sala operativa interforze. Perché: “la criminalità non si combatte con numeri di statistiche…ma con uomini e mezzi”.