Avellino – Continuano a non dormire sonni tranquilli i docenti precari e il personale Ata. La scuola continua a tremare anche alla luce del si che ieri la Gelmini ha ottenuto dal Consiglio dei Ministri per la Riforma che riordina l’istruzione secondaria superiore. Dal prossimo anno scolastico entrerà in vigore il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi.
Facile intuire che riordino per molti sarà sinonimo di tagli: i Cobas hanno infatti già confermato lo sciopero previsto per il 12 marzo.
Anche ad Avellino spira di nuovo vento di protesta come a settembre e ottobre quando decine di insegnanti presidiarono il provveditorato, giorno e notte in attesa di risposte sul proprio futuro lavorativo. Ed oggi, con una lettera aperta il Coordinamento precari scuola della provincia di Avellino invita nuovamente alla mobilitazione. “In tutta Italia continua la mobilitazione per contrastare i nefasti effetti dei tagli ai danni della scuola pubblica statale del nostro Paese. Moltissimi precari, anche di lunga data –si legge nella lettera del CPS – si sono ritrovati praticamente senza incarico e quindi senza lavoro. Come se tutto ciò non bastasse centinaia di noi hanno dovuto subire la truffa del decreto ‘salva – precari’ con il quale il nostro governo ha cercato esclusivamente di salvare la propria faccia, perpetrando il più grande licenziamento nella storia della nostra Repubblica, una delle più infami macellerie sociali che il nostro Paese abbia mai subito”. Un autentico dramma sociale che l’Irpinia e la Campania subiranno in modo ancor più pesante. “Per il prossimo anno si prevedono nuovi tagli associati alla riforma della scuola superiore, che ridimensionerà in maniera drastica la formazione tecnica e professionale. E per di più, non si trovano soluzioni adeguate alla mobilità selvaggia (trasferimenti, assegnazioni, utilizzazioni) che ha contraddistinto gli ultimi anni scolastici aggravando ulteriormente la situazione dei precari. L’invito quindi è quello alla mobilitazione ad oltranza, che nei prossimi mesi vedrà impegnati i precari di tutta Italia, con modalità del tutto autonome da partiti politici e organizzazioni sindacali. Il Cps vuole essere riferimento per informare e organizzare le prossime iniziative di protesta”.
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