Rifondazione Comunista: “Province ci troviamo in un paradosso”

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“Vergognoso e arrogante l’atteggiamento di questo Governo, devastante e inutile il disegno di riorganizzazione delle Province. Devastante perché cambia con forza gli assetti territoriali sfregiando storia, cultura, secoli di appartenenza, ma soprattutto la vita quotidiana di molte città che perderanno lo status di capoluogo e con esso tutti gli uffici periferici che garantiscono vita ed economia di molti territori. Inutile perché non si risparmia nulla. Le Province, istituzioni democratiche espressione della volontà popolare, hanno costi irrisori rispetto alla marea di ruberie private dei politici e alla dilagante corruzione italiana. – A scrivere è Mario Guerriero di responsabile organizzativo di Rifondazione Comunista. La verità, che nessun politico vuol dire, è un’altra e si articola su due punti importanti: la “riforma” delle Province segue a ruota la “riforma” degli enti locali, con la diminuzione dei consiglieri comunali e il rafforzamento dei poteri dei Sindaci, snaturando le funzioni dei Consigli Comunali e depotenziando la volontà popolare. E il secondo punto è che ormai siamo vittime di una tecnocrazia violenta che si esprime nell’ “imperialismo dei ragionieri”. Tutto è visto in un ottica economica, di taglio, revisione, razionalizzazione sulla testa delle volontà popolari e dell’esigenza dei territori, martirizzati e incapaci di trovare forme di resistenza adeguate. Province e Comuni, gli enti più vicini al cittadino, devono essere “riformati” perché espressione dell’impegno civile scomodo ai manovratori che oggi si arrogano il diritto di governarci. Questo è bene che la cittadinanza lo sappia. Poi c’è la questione prettamente locale che significa un colpo mortale per la città di Avellino, la sua economia già fragile, il suo isolamento, ma anche per la sua voglia di ricomporre un fronte territoriale nuovo e rinnovato. Avellino da tempo ha perso la vocazione ad essere capoluogo di una Provincia complessa e disarticolata ma questo non vuol dire che non può ridiventarlo. Non può una legge scritta male e interpretata peggio distruggere le aspirazioni di un intera comunità territoriale. Paradossale come l’Irpinia in possesso dei requisiti minimi per essere Provincia perde il suo capoluogo. Poi l’affondo “A chi ha seguito la questione dall’interno dell’Ente di Palazzo Caracciolo, e che oggi con atteggiamenti spocchiosi vuol fare il professorino di diritto senza esaminare quanti danni ha fatto la sua maggioranza e la sua personale azioni politica in Irpinia, dico che anche se tutte le Province sono oggetto di riordino non si può pensare che un territorio più grande, una città con più servizi spariscono così. È come se invito una famiglia di senza tetto a casa mia e loro però ne diventano proprietari solo perché hanno un nucleo familiare più grande del mio. Siamo alla follia, all’isteria. Penosa è questa classe politica locale, incapace, dormiente, inetta. C’era d’aspettarsela questa fine, bastava vedere chi siede nel Parlamento e nel Consiglio Regionale. Ma non bisogna darsi per vinti, bisogna continuare a presidiare il territorio, manifestare il nostro dissenso e favorire una discussione seria per risolvere la questione difendendo Avellino, l’Irpinia, le Istituzioni Democratiche e la nostra voglia di partecipazione ma senza scatenare inutili guerre tra poveri che finiscono per rafforzare questo Governo da mandare a casa il prima possibile.

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